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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2010 alle ore 13:04.
«Non possiamo accettare chi adombra il pericolo che ci siano collusioni con ambienti criminali, abbiamo sentito parlare Granata ed è molto triste che un esponente del Pdl ipotizzi di rapporti e legami con la criminalità, perché invece questo governo ha fatto più di ogni altro contro la criminalità». Il ministro degli Esteri Franco Frattini, a margine della convention di Orvieto organizzata da Gianni Alemanno, attacca senza mezzi termini l'esponente finiano Fabio Granata. «Respingiamo con sdegno queste insinuazioni», ha detto Frattini.
Parlando dei rapporti con la minoranza interna si è detto convinto «che in un grande partito si debba favorire la libera espressione del pensiero, non un'opposizione interna continua e costante. Noi pensiamo a un partito che non segue il teatrino della politica e le logiche pesanti degli apparati. Anche il congresso rappresenta un'occasione».
Franco Frattini ha difeso anche la moralità del Pdl. «La legalità è nel nostro dna», ha
assicurato il ministro. «Nessuno», ha poi aggiunto alludendo al tema della questione morale sollevato da Gianfranco Fini, «può darci lezioni, perchè è un pilastro del Pdl. Quando Berlusconi dice che chi sbaglia deve pagare, riafferma questo pilastro». Frattini ha poi contestato alcune recenti dichiarazioni di Italo Bocchino sul Pdl. «Parole che abbiamo ascoltato secondo cui il Pdl assomiglierebbe a un partito sudamericano le
respingiamo con forza. Semmai vorremo essere un partito come nella grande tradizione di libertà degli Stati Uniti d'America». (N.Co.)