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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2010 alle ore 20:50.
L'idea è buona. E neanche i cinesi ci hanno ancora pensato: realizzare un quartiere modello da 10mila abitanti per le metropoli africane. Un modello sperimentale, moderno e sostenibile destinato sia alla classe media che all'edilizia popolare. La proposta verrà lanciata al prossimo Forum di Taormina sull'Africa, il quarto della serie, organizzato dalla Fondazione Banco di Sicilia, con la collaborazione di Ambrosetti, il 7 e 8 ottobre. C'è da sperare che l'idea possa trasformarsi in realizzazione concreta nel giro di pochi anni. E, perché no, oltreché modello guida per qualche megalopoli del continente nero anche in opportunità di business per aziende e professionisti europei. Tutto però, ci tiene a precisare Giovanni Puglisi presidente della Fondazione Banco di Sicilia, nell'ottica della collaborazione «sottolineando il suffisso "co" che vuol dire fare insieme».
Quello del Forum di Taormina è un sasso lanciato in un lago. Un sasso in un lago di indifferenza e di disinteresse per tutto quello che succede oltre l'ombelico italocentrico. Lo conferma Puglisi, con una punta di amarezza, nella conferenza stampa di presentazione del Forum avvenuta oggi a Milano: «In questi anni, dopo le scorse edizioni, mi sarei aspettato un maggior interesse da parte delle aziende italiane e siciliane richiamate dalle tante opportunità di business e di partenariato che vengono dall'Africa. Tanto più in un momento di crisi come questo. Ma così non è stato». I cinesi sanno bene cosa vuol significa Africa in termini di mercato di sbocco e di opportunità di affari: in meno di un decennio hanno cambiato il volto del continente attraverso il loro pragmatismo operoso, fedeli al principio di non interferenza per le questioni interne. Lo sanno bene anche i Paesi nord europei. «I paesi dell'Europa del Nord - spiega Puglisi - ci superano nello sviluppo dei programmi con i paesi africani. La Sicilia che è quella più vicina culturalmente e geograficamente ai paesi del Nord Africa, si è vista passare sopra in questi anni tante opportunità».
Nelle tre edizioni passate di quella che ambisce a diventare, parole di Puglisi, "la Cernobbio dell'Africa in Sicilia" sono stati lanciati altrettanti progetti che muovono già i primi passi. Il primo riguarda l'iniziativa di telemedicina legata al programma Dream di Sant'Egidio per la formazione a distanza del personale medico e infermieristico che lavora nei 20 centri di cura dell'Aids in Africa. Secondo: la creazione di un parco agroalimentare in Uganda con produzione, catena del freddo e prima trasformazione dei prodotti per il mercato locale e l'export. Terzo: l'Agenzia Senghor per la formazione dei talenti africani nelle università europee.