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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 07:53.
Incoerenze ce ne sono, ma la bandiera blu non si discute. Semmai il rischio è che nei prossimi anni, con i minori trasferimenti statali agli enti locali, i comuni premiati non riescano a mantenere neppure gli standard conquistati. Il Comune di Lavagna – una delle tre località del Tigullio che ha ottenuto la bandiera blu – difende le procedure adottate dalla Fee per il riconoscimento dei litorali più puliti e accoglienti. Ma non nasconde qualche perplessità.
«Noi abbiamo chiesto e ottenuto il riconoscimento su tutto il litorale – spiega Guido Stefani, assessore all'Ambiente di Lavagna – ma non è obbligatorio concorrere per tutte le spiagge».
In altre parole: possono esserci comuni che si fregiano della bandiera blu anche se è riferita solo ad alcuni stabilimenti.
Sebbene Lavagna non disponga di un grosso impianto di depurazione, il sistema funziona. «Ma ciò che ci ha forse distinto – conclude Stefani – è stata l'attenzione per il settore energetico-ambientale: abbiamo tre impianti fotovoltaici attivi, due sono in fase di costruzione, altri due in progettazione». CUltimo contributo, i sei battelli rastrella-rifiuti che ogni anno, grazie alla Provincia di Genova e all'ente Parco di Portofino, tolgono dal mare – nella fascia che va da Recco a Moneglia – fino a 30 tonnellate di plastica e legno.