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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2010 alle ore 08:02.
NEW YORK - Il caso dei 92mila documenti segreti messi su internet dal sito Wikileaks ricorda il precedente dei Pentagon Papers, la pubblicazione delle carte riservate del ministero della Difesa americano sulla guerra in Vietnam. Nel giugno 1971, prima il New York Times e qualche giorno il Washington Post raccontarono la storia top secret, commissionata dal Pentagono a uso interno, del coinvolgimento americano in Vietnam dal 1945 al 1967.
La pubblicazione dei documenti del Pentagono fece epoca. Intanto perché quei testi dimostravano come quattro diverse amministrazioni americane, in particolare quella democratica di Lyndon Johnson, avevano mentito all'opinione pubblica sulle intenzioni strategiche, sulle attività militari, sull'estensione della guerra alla Cambogia e al Laos. Gli episodi svelati dai documenti segreti del Pentagono avviarono una battaglia giuridica, finita alla Corte Suprema, che chiuse l'era della censura governativa e ampliò il freedom of speech americano, il principio costituzionale della libertà di espressione e di stampa. I papers, inoltre, contribuirono in modo decisivo a mutare l'opinione pubblica sulla guerra in Vietnam. Un anno dopo, Richard Nixon vinse 49 stati su 50 contro il candidato pacifista George McGovern, ma anche il presidente in carica aveva promesso il disimpegno dal sudest asiatico.
Uno degli autori del rapporto del Pentagono, Daniel Ellbserg, aveva girato copia dei documenti a Neil Sheehan del Times, ma fu il deputato dell'Alaska Mike Gravel, candidato "zerovirgola" alle scorse primarie presidenziali democratiche, a pubblicare la versione integrale dei papers. Gravel mise le quattromila pagine riservate tra le carte ufficiali del suo sottocomitato alla Camera, sfruttando l'interpretazione estensiva della norma secondo cui nessun deputato o senatore può essere incriminato per le cose che dice o scrive nell'esercizio della sua funzione pubblica.
Il paragone con i Pentagon papers è stato fatto anche durante l'era Bush, quando il New York Times scoprì il programma segreto di intercettazioni internazionali antiterrorismo della National Security Agency. Anche allora si aprì un infuocato dibattito politico e giuridico sulla libertà di stampa e la violazione di segreti di stato. La differenza con i Pentagon papers però era evidente. Il programma di intercettazioni era ancora in piedi, mentre i papers del Pentagono si fermavano al 1968, svelavano cioè segreti storici risalenti al massimo a tre anni prima della pubblicazione. C'è un'altra grande differenza tra i Pentagon papers e i documenti messi online da Wikileaks: oggi nessuno sembra aver mentito e quei rapporti riservati dall'Afghanistan non svelano niente che a grandi linee non sapessimo già.