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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 08:37.
NEW DELHI – Sono ancora ignote le cause dell'incidente aereo avvenuto questa mattina vicino a Islamabad, quando un Airbus A320 della AirBlu- partito alle 7.30 locali da Karachi - si è schiantato sulle colline che costeggiano la capitale pakistana. Dal luogo dell'incidente sono state recuperati cinque feriti che sono stati trasferiti immediatamente in ospedale.
A bordo del velivolo c'erano 152 passeggeri e sei membri dell'equipaggio. Attorno alle 12 ora italiana i corpi recuperati erano soltanto una novantina, anche perché le operazioni di soccorso che stanno avvenendo soprattutto con l'impiego degli elicotteri delle forze armate sono rese estremamente difficili dal fatto che l'aereo si è schiantato in una zona molto boscosa delle Margalla Hills che non è attraversata da strade.
Nessun italiano fra i 159 passeggeri e membri di equipaggio. In una lista dei passeggeri a bordo di cui l'ANSA ha preso visione, non figura alcun nome riconducibile a cittadini italiani. Una persona, registrata come «Dr. Mirko», è risultata essere di nazionalità ceca dopo una verifica realizzata presso l'agenzia turistica di Karachi che ha emesso il biglietto a nome di Mirko Cvjeticanin.
Un'ipotesi considerata plausibile è che il maltempo abbia giocato un ruolo nello schianto. Al momento dell'incidente le condizioni meteo sulla capitale pakistana non erano buone, anche perché luglio è per tutta l'Asia del Sud una stagione mensonica caratterizzata da pioggia e vento. E talvolta i decolli e gli atterraggi dagli aeroporti della regione non sono semplici. Su Islamabad per esempio piove con forza ormai da un paio di giorni.
AirBlue è la principale compagnia aerea privata pakistana, esiste solo da sei anni ed è considerata da alcuni frequent traveller un'alternativa più sicura rispetto alla compagnia di bandiera Pakistan International Airlines, protagonista a sua volta di uno schianto nel 2006 vicino alla città di Multan in cui persero la vita 45 passeggeri.