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Le borse tornano a scommettere sui titoli bancari

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 08:06.

Se Deutsche Bank ha guadagnato il 4,5%, dopo aver ammesso d'essere esposta con Grecia, Spagna e Italia per un ammontare almeno doppio di quello annunciato in precedenza, è segno che molte cose sono cambiate sui mercati finanziari. Il balzo dell'indice Stoxx bancario (+4,7%), così forte da far credere che sia stato in buona parte per effetto di violente ricoperture, è la prova che la crisi dei debiti sovrani è ormai un ricordo per gli investitori.

Questo nuovo stato d'animo, cui la coreografia degli stress test ha aggiunto il tocco finale, spiega l'effervescenza delle borse europee (+0,39% lo Stoxx, +1,62% Milano, +0,83% Parigi, +0,27% Londra, +0,21% Francoforte) e probabilmente fa anche capire perché Wall Street riesca in qualche modo a galleggiare (-0,1% l'S&P, -0,36% il Nasdaq) pur con dati macroeconomici che potrebbero far pensare a una nuova caduta in recessione. E anche a New York sono state le banche (+0,94%) a sostenere il listino.
In realtà quest'aria nuova spira da qualche settimana: dal 6 luglio sui mercati azionari europei, poiché da allora il settore bancario ha guadagnato quasi il 20% contro il 9% dello Stoxx 600. O, addirittura dall'8 giugno: perché il primo segno di cambiamento è avvertito proprio dal cambio tra euro e dollaro. Se l'iniziale recupero della valuta europea era dovuto più alla debolezza del biglietto verde per il peggiorare delle prospettive economiche negli Usa, la successiva spinta arriva proprio dalla convinzione che il peggio sia passato per i debiti sovrani.

C'è anche un fatto contingente che spiega il forte balzo di ieri per i titoli bancari e va individuato nella decisione del Comitato di Basilea di posticipare al 2017 e al 2018 alcune delle regole più stringenti sui finanziamenti e sugli attivi delle banche europee. In altre parole Basilea 3 si profila come una riforma annacquata e si ridimensiona lo spauracchio di regole più ferree per il sistema. I mercati hanno concluso che la cosa è buona per il momento e quegli investitori che avevano venduto allo scoperto i titoli delle banche più a rischio (quelle greche o francesi per esempio) sono corsi a ricomprare le azioni.

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Tags Correlati: Borsa Valori | Comitato di Basilea | Indici finanziari | Italia | Nasdaq | Spagna | Standard and Poor's | Stati Uniti d'America | Wall Street

 

È un po' tutto il settore finanziario a godersi una sorta di rivincita in queste ultime settimane, come dimostra il rialzo del comparto assicurativo (+2,5%). Il ragionamento degli investitori è piuttosto semplice: se i titoli di stato, specie quelli dei paesi a rischio, non sono più considerati pericolosi, anche gli attivi delle banche e delle assicurazioni diventano più attraenti. Tanto più che le quotazioni dei bond governativi di Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia stanno leggermente risalendo e i differenziali di rendimento rispetto al bund tedesco hanno ricominciato a calare. Quello del decennale spagnolo è diminuito di ben 60 centesimi (all'1,39%) in meno di due settimane, quello portoghese s'è ridotto di un intero punto percentuale (al 2,34%) da inizio luglio e quello dei nostri BTp è calato all'1,2%.
Risalgono invece i rendimenti dei Treasury Usa colpiti da una nuova ondata di vendite. I deludenti dati macroeconomici (attività manifatturiera e dei servizi di Richmond e la fiducia dei consumatori) suggerirebbero di rifugiarsi nei bond, ma i bassi rendimenti raggiunti e le preoccupazioni sul debito Usa consigliano il contrario.

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