House Ad
House Ad
 

Notizie USA

Latinos in fuga dall'Arizona

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 08:03.


LOS ANGELES
Gustavo Morales è entrato in classe il primo giorno di scuola del nuovo anno scolastico lunedì scorso e ha trovato un banco vuoto su quattro. Non era mai accaduto prima nella superaffollata scuola elementare Brunson Lee di Phoenix, la città con la più alta crescita demografica d'America dopo Las Vegas: «C'è stato un crollo delle iscrizioni, i bambini sono tornati in massa con i genitori in Messico o in altri stati piu' accoglienti», dice il provveditore Jeff Smith. Manca un giorno all'entrata in vigore della legge anti-immigrazione dell'Arizona, ma i suoi effetti hanno iniziato a farsi sentire dal momento in cui è stata approvata lo scorso aprile. Nei quartieri dove abitano gli immigrati i parcheggi sono vuoti, i negozi sono vuoti, i ristoranti sono vuoti, gli appartamenti sfitti, le strade puntellate di garage-sale, mercatini di fortuna dove la gente in partenza cerca di svendere miseri averi: televisioni, piatti, sedie, pentole, libri. Se lo scopo della legge era quello di cacciarr i clandestini, si può già dire che è stata un successo enorme.
È ancora possibile che il provvedimento SB1070 non entri in vigore domani se il giudice Susan Bolton del tribunale federale di Phoenix accoglierà la richiesta dell'amministrazione Obama e dichiarerà la legge incostituzionale. Ma i Tea Parties, i movimenti anti-immigrazione e la maggioranza della popolazione americana - il 60% secondo i sondaggi - stanno già esultando. La polizia avrà meno lavoro del previsto: in Arizona si sta verificando un autoesilio di massa.
L'esodo sta preoccupando ora gli stati verso cui si stanno dirigendo i clandestini in fuga. Cinque di essi - South Carolina, Pennsylvania, Minnesota, Rhode Island e Michigan - hanno già introdotto progetti di legge simili a quello dell'Arizona per scoraggiare l'arrivo di illegali. Tre comuni californiani particolarmente colpiti dalla crisi subprime (Temecula, Lake Elsinore ed Hemet) hanno varato ordinanze per obbligare i datori di lavoro a verificare i permessi di residenza dei dipendenti e a licenziarli se non sono in regola; molti altri comuni californiani hanno preso in esame simili iniziative.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Barack Obama | Brunson Lee | Corte d'Appello | Corte Suprema | Gustavo Morales | Jan Brewer | Janet Napolitano | Jeff Smith | Lake Elsinore | Messico | Normativa sull'immigrazione | Parties | Stati Uniti d'America | Susan Bolton | Tea

 

L'agitazione sta poi crescendo anche nelle cosiddette città santuario d'America, città che vietano esplicitamente alla propria polizia di chiedere i documenti e rifiutano di allertare le autorità federali anti-immigrazione (l'Immigration and Customs Enforcement) quando arrestano un clandestino. San Francisco, Los Angeles, New York, Washington, Seattle, Baltimora, Miami, Detroit, Chicago, Portland, Houston, Austin, Dallas, Salt Lake City, Denver, San Diego e Minneapolis temono un afflusso di gente con gravi ripercussioni sui servizi pubblici, già ridotti al minimo in questo periodo di recessione e ristrettezze finanziarie.
È l'America intera, non solo lo stato dell'Arizona, ad attendere quindi con ansia il verdetto del giudice Bolton sul destino della legge e dei 460mila immigrati illegali che secondo le stime risiedono in Arizona. La SB1070, firmata dalla governatrice Jan Brewer il 23 aprile scorso, obbliga la polizia a chiedere i documenti a chiunque appaia "sospetto" di essere nel paese illegalmente. L'obbligo di avere con sé un documento che attesti il permesso di soggiorno è sancito dalla legge federale, ma negli Stati Uniti è prassi non farne richiesta per evitare il cosiddetto "racial profiling", la discriminazione basata sul colore della pelle.
L'argomentazione dell'amministrazione Obama contro il provvedimento dell'Arizona è comunque un'altra, e cioè che l'applicazione della legge sull'immigrazione è prerogativa delle autorità federali e non statali. Per questo motivo il ministero della Giustizia ha chiesto di invalidare la legge dell'Arizona, una rara dimostrazione di forza di Washington nei confronti di uno dei suoi 50 stati. Gli esperti avvertono che l'iter legale della legge sarà probabilmente lungo e complicato, indipendentemente dal verdetto di domani, perché il partito perdente porterà il caso di fronte alla Corte d'appello e forse anche di fronte alla Corte Suprema. Ma è chiaro che il varo della SB1070 ha già fatto esplodere una rivoluzione in America con profonde ripercussioni culturali, sociali, economiche e politiche difficili da prevedere.
La destra conservatrice e xenofoba, rappresentata dai Tea Parties in tutta la nazione, sta cantando vittoria in previsione delle elezioni di midterm di novembre, certa di poter far leva sul sentimento anti-clandestini di una popolazione afflitta da due anni di profonda recessione e un anno di ripresa asfittica. Ciò che è veramente difficile da prevedere è l'impatto dell'esodo sul tessuto produttivo dell'Arizona. In fuga dallo stato sono camerieri, giardinieri, donne di servizio, braccianti, operai, insomma gente che svolge mansioni umili e malpagate: vorrà dire che i 304mila disoccupati dell'Arizona troveranno lavoro? O che le aziende locali faranno aumentare i prezzi per coprire costi del lavoro più alti se costrette a pagare di più per assumere lavoratori legali?
È prematuro formulare previsioni, perché per ora non si sa nemmeno quanta gente se ne è andata. Ma l'esperienza passata insegna che l'impatto potrebbe essere modesto: nel 2007 il varo di un'altra severa legge anti-immigrazione in Arizona costrinse alla fuga 100mila clandestini, un terzo del totale. La carenza di forza lavoro persuase il parlamento statale e la governatrice Janet Napolitano, oggi ministro della Homeland Security, a chiedere al governo l'istituzione d'urgenza di permessi di lavoro temporanei, senza ottenere risposta. L'emergenza in ogni caso durò poco: nel giro dei successivi tre anni 250mila immigranti illegali sono arrivati dal Messico per riempire i posti di lavoro lasciati vuoti dai loro compatrioti scappati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

IMMIGRATI A RISCHIO DISCRIMINAZIONE

La legge
Domani entrerà in vigore la legge anti-clandestini firmata lo scorso aprile dalla governatrice dell'Arizona Jan Brewer, contro la quale la Casa Bianca ha fatto ricorso alla Corte federale dello stato. Rimane dunque solo un giorno di tempo perché il giudice Susan Bolton accolga l'istanza del presidente Barack Obama. Il provvedimento obbligherà la polizia a fermare immigrati "sospetti" anche solo sulla base dell'aspetto fisico
L'esodo
Molte famiglie di irregolari latino-americani hanno deciso di non aspettare il verdetto, e di lasciare comunque l'Arizona, mentre decine di organizzazioni americane di difesa dei diritti civili sono pronte a scendere in piazza contro la legge. Secondo le utlime stime sono 46omila gli immigrati irregolari che risiedono nello stato: camerieri, giardinieri, braccianti, donne di servizio, operai, molti dei quali in fuga "preventiva"

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da