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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 10:50.
Un'enorme petroliera, proprietà della giapponese Mitsui O.S.K Lines LTD è stata danneggiata stamane da un'esplosione nello Stretto di Hormuz, vicino all'Iran e Oman. Un uomo dell'equipaggio è rimasto ferito e la nave è stata parzialmente danneggiata, ma è riuscita comunque a proseguire la navigazione. Secondo l'azienda, l'esplosione potrebbe essere stata creata da un attacco esterno.
«Dal momento che uno dei membri dell'equipaggio ha visto un lampo all'orizzonte immediatamente prima dell'esplosione, la società sospetta che sia probabile un attacco», ha detto il ministero dei Trasporti giapponese.
Sulla petroliera, in base a quanto detto all'ANSA da Yuki Shimoda, capo della divisione marittima del ministero dei Trasporti nipponico, c'è un equipaggio di 31 unità, tra marinai filippini (16) e indiani (15). Alcuni componenti d'equipaggio, nel resoconto della Mitsui Osk, avrebbero visto un «forte bagliore» all'orizzonte poco prima dell'esplosione, lasciando ipotizzare alla compagnia un «attacco», anche in relazione al possibile ruolo delle attività di pirateria, il cui baricentro è però spostato più a sud, verso le coste somale.
Il supertanker M.Star, da 270.000 tonnellate (in base alle prime indicazioni), aveva appena fatto carico di greggio negli Emirati arabi uniti ed era diretto a Chiba, nel Golfo di Tokyo.
«Le cause sono ancora tutte da chiarire», ha continuato Shimoda.
L'esplosione è avvenuta alle 5,30 locali di questa mattina (in piena notte, 00,30 nel Golfo e 10.30 di ieri sera in Italia).
Lo Stretto di Hormuz collega il Golfo Persico - con i porti di ricchi Paesi petroliferi come Kuwait, Bahrain e Qatar- e l'Oceano Indiano ed è un canale altamente strategico per le forniture energetiche globali.