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Più tutele ai risparmiatori per mutui e microcredito. Acquisto a rate con recesso

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 08:04.

Il cliente avrà più ragione. Più forte il diritto di recesso e la trasparenza sulla pubblicità che lancia sul mercato prodotti finanziari. E per le banche non sarà più possibile applicare modifiche unilaterali ai contratti di mutuo solo perché sono variate le condizioni di mercato. Intanto, nell'ordinamento, debutta il microcredito. Tutte le finanziarie confluiranno sotto l'ombrello di Bankitalia mentre mediatori creditizi e agenti potranno iscriversi ai rispettivi Albi solo previo esame con requisiti più stringenti.

È una sintesi articolata di interessi contrapposti lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva 2008/48/Ce sul credito al consumo e riordina il settore finanziario e i suoi addetti, atteso venerdì in Consiglio dei ministri per il "timbro" definitivo. Il primo sì di Palazzo Chigi era arrivato il 10 giugno. Poi i pareri parlamentari delle commissioni competenti entro il 20 luglio e il varo definitivo previsto prima della pausa estiva.

Il codice si applica a tutti i contratti di credito, esclusi i finanziamenti di importo complessivo sotto i 200 euro e oltre i 75mila. Il consumatore ha diritto di recedere dal finanziamento entro 14 giorni e nei contratti a tempo indeterminato sarà possibile in qualsiasi momento e senza oneri. Se il fornitore si dimostra inadempiente, il consumatore può recedere anche con diritto di rimborso delle rate già pagate. Se poi si annulla per vizio o difformità un contratto principale di acquisto, decade automaticamente anche l'eventuale finanziamento collegato.

Gli annunci pubblicitari devono essere chiari e illustrare, tra l'altro, il tasso d'interesse, le spese, il taeg, l'importo delle rate e quello complessivo. Se il finanziatore deve valutare la concessione del prestito sulla base di informazioni aggiornate, il consumatore ha diritto, però, di sapere quali informazioni sono state utilizzate e da dove sono state prese.

Novità riguardano anche i mutui, per i quali è abolito il cosiddetto ius variandi cioè il potere, da parte della banca, di modificare unilateralmente il tasso di interesse. Sembrano, poi, probabili la limitazione della cancellazione automatica delle ipoteche alle sole operazioni di credito fondiario e la portabilità del mutuo anche se il mutuatario non è un consumatore, ma, ad esempio, un'impresa.

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Tags Correlati: Albo | Banca d'Italia | Consiglio dei Ministri | Credito alle imprese | Finanze | Maria Ida Germontani | PDL | Senato

 

Sul fronte dei pagamenti, poi, il Governo non sembra aver recepito il suggerimento delle commissioni di permettere ai punti di vendita la collocazione di carte a saldo o prepagate. Tanto meno le revolving.

Un riordino selettivo, inoltre, riguarda i requisiti e la vigilanza sulle società finanziarie. L'asticella si fa più alta e viene meno la distinzione tra società iscritte agli elenchi in base agli articoli 106 e 107 del Tub, il Testo unico bancario. L'elenco sarà uno solo e ricadrà sotto la vigilanza di Banca d'Italia.

Esce dal limbo il microcredito. Possibili prestiti sino a 25mila euro senza garanzie a persone fisiche o società di persone per l'avvio di un'attività. Potranno erogarli soggetti no profit autorizzati e inseriti in un elenco ad hoc.

Maglie più strette per l'ingresso nell'Albo riguardano, infine, mediatori creditizi e agenti in attività finanziaria (si veda l'altro articolo).

«È stato raggiunto l'obiettivo – ha spiegato Maria Ida Germontani (Pdl), relatrice del testo in commissione Finanze del Senato – di tutelare i consumatori, di vigilare meglio sugli addetti, regolando l'attività dei confidi per finanziare le Pmi e il ruolo crescente del microcredito». Ma gli agenti immobiliari della Fiaip lamentano che la nuova disciplina, «impedendo agli agenti immobiliari di segnalare mutui alla propria clientela, penalizzerà fortemente la categoria».

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