Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 08:06.
Nell'industria europea delle polizze gli stress test, come gli esami, non finiscono mai. Nel marzo di quest'anno il Ceiops, il comitato dei regulator continentali del settore, aveva rilasciato i risultati di una simulazione, largamente positiva, condotta sulla solidità dei principali 28 gruppi assicurativi europei. Ma sulla base degli attuali ratios patrimoniali. Anche negli scenari più avversi - vedi tabella - questi continuerebbero a disporre di un considerevole surplus. A questo si aggiungono le valutazioni delle singole autorità di vigilanza locali (l'Isvap per l'Italia) e soprattutto quel gigantesco cantiere di stress test aperto da almeno due anni e costituito dalle simulazioni sulla nuova normativa di vigilanza prudenziale (Solvency II) che entrerà in vigore a partire dal 2012.
Mentre attualmente i ratios patrimoniali sono calcolati in percentuale fissa sui premi o sulle riserve assicurative, nel futuro saranno rapportati a tutti i rischi dell'impresa. Si tiene conto del presumibile sviluppo degli impegni assunti con gli assicurati (le riserve) e della congruità degli asset posti a loro copertura. L'obiettivo della nuova disciplina - è il vero stress test - è quello di calibrare la quantità di capitale regolamentare necessaria a coprire il 99,5% delle ipotesi che si possono verificare (in teoria rimarrebbe escluso il rischio di un default ogni 200 anni).
Qualche esempio? Una caduta dei titoli azionari tra il 39 ed il 49 per cento, un aumento del 40% dei tassi d'interesse a 10 anni, il rischio di una sottotariffazione delle riserve auto del 19%, un aumento della mortalità del 15% e, all'opposto, della longevità del 20 per cento. Tra gli eventi presi in considerazione c'è anche l'ipotesi di un drammatico incendio nel porto di Rotterdam o un rovinoso incidente tra pullman nel tunnel del Monte Bianco. Di quali patrimoni le compagnie dovrebbero disporre per coprire simili «disgrazie»? E, rispetto alle attuali consistenze, dovrebbero rimpinguare quelle riserve o potrebbero diminuirle? È la domanda che gli assicuratori si pongono da due anni, da quando appunto sono iniziate le simulazioni sulle calibrature dei nuovi ratios, affinando progressivamente l'analisi di ciascun rischio.