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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 08:05.
DETROIT - «Segnali di successo», li ha definiti la Casa Bianca presentando un rapporto ufficiale sulla ricostruzione dell'industria automobilistica Usa. Questa mattina (ore 18,15 italiane), proprio per sottolineare i segnali di successo, il presidente Barack Obama visiterà prima la fabbrica Jefferson North della Chrysler guidata da Sergio Marchionne, poi andrà alla Gm.
La settimana prossima visiterà la Ford a Chicago, unica delle "big three" di Detroit a non essere stata "salvata" da Washington. Poco più di un anno fa, l'industria automobilistica americana era sul punto della bancarotta, le fabbriche chiudevano, gli operai venivano licenziati, il sistema di produzione locale sembrava destinato a perdere il suo ruolo nel mercato globale.
«C'è ancora molto da fare», hanno detto ieri Ron Bloom e Ed Montgomery, il consigliere del ministro del Tesoro e il capo della task force sull'industria automobilistica della Casa Bianca nonché autori del rapporto. I progressi però superano le attese. Se il governo americano non fosse intervenuto, si legge nel documento, Gm e Chrysler sarebbero fallite e si sarebbero persi oltre un milione di posti.
Nell'anno precedente l'intervento, l'industria automobilistica aveva perso 334mila addetti. Dal momento dell'investimento federale, i posti di lavoro sono aumentati di 55mila unità. Chrysler ha aggiunto un turno nella fabbrica che Obama visiterà oggi, assumendo 1.100 persone con contratti che prevedono condizioni inferiori rispetto a quelli stipulati in precedenza.
Nel primo trimestre 2010, le "big three" hanno registrato un utile operativo. È la prima volta che accade dal 2004: GM di 865 milioni di dollari, Chrysler di 143 milioni. Le aspettative del secondo quarto sono altrettanto positive: Ford ha annunciato un profitto da 2,6 miliardi di dollari; la trimestrale Chrysler, attesa per il 9 agosto, dovrebbe confermare il dato positivo di inizio anno. Il rapporto spiega che sono anche aumentate le prospettive per un rientro prima del previsto dell'investimento pubblico.
Ad aprile Gm ha ripagato il prestito di 6,7 miliardi di dollari al Tesoro cinque anni prima della scadenza. A maggio, Chrysler ha restituito al Tesoro e al fondo salva-imprese 3,4 miliardi di dollari.