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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2010 alle ore 13:28.
«Nessuno è più di me consapevole dell'importanza decisiva dell'affermazione e del consolidamento di rigorose regole deontologiche per i magistrati e per gli stessi componenti del Consiglio». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando alla cerimonia di saluto dei nuovi componenti del Csm al Quirinale.
«A ciò - ha proseguito - si potrà dedicare con la necessaria ponderazione il nuovo Csm anche alla luce di vicende recenti, di ampia risonanza nell'opinione pubblica, e di indagini giudiziarie in corso, di fenomeni di corruzione e di trame inquinanti che turbano e allarmano, apparendo essi, tra l'altro, legati all'operare, come ho di recente detto, di 'squallide consorterie', delle quali tuttavia spetterà alla magistratura accertare l'effettiva fisionomia e rilevanza penale».
Salutando i componenti uscenti del Csm e rivolgendo ai nuovi eletti un saluto, il presidente della Repubblica ha ricordato che sono stati eletti «con scelte di alto livello da tutti i magistrati e dal Parlamento in seduta comune». E ha sottolineato «come voi formiate un tutto unitario. Gli eletti dal Parlamento non sono rappresentanti di singoli gruppi politici, di maggioranza e di opposizione. Essi sono espressione della rappresentanza e delle funzione politica e democratica affidata al Parlamento in quanto sede della sovranità popolare». «Non possono perciò - ha proseguito - essere considerati un corpo estraneo o separato nel seno di un'istituzione di autogoverno della magistratura».
Giorgio Napolitano ha inoltre ricordato le innovazioni che ci sono state nel quadriennio «sia nell'esercizio di uno strumento affermatosi nella prassi del Consiglio, come quello della pratiche a tutela, sia nell'espressione di pareri su disegni di legge presentati in Parlamento per le ricadute che essi possono avere sullo svolgimento delle funzioni giudiziarie». «Ho a questo proposito rilevato, rispetto a possibili distorsioni, come i pareri del Csm non possano sfociare in un improprio vaglio di costituzionalità e non possano interferire nel confronto parlamentare già in atto sui contenuti del provvedimento», ha detto Napolitano. «Sono più che mai persuaso - ha concluso - che si tratti di due limiti da osservare rigorosamente».