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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2010 alle ore 19:14.
La Russia colpita dal grande caldo continua a bruciare. Il fuoco minaccia adesso Togliattigrad sul fiume Volga. Ventotto morti, migliaia di sfollati e almeno 77 fra villaggi e paesi inghiottiti dalle fiamme. È il bilancio (provvisorio) degli incendi che da giorni stanno interessando la regione russa di Voronezh. Sono andati in fumo 100mila ettari di taiga. La buona notizie è che i centri abitati non sono sotto la minaccia del fuoco.
Secondo il Ministero russo per le situazioni di emergenza nel corso delle ultime 24 ore sono scoppiati 369 nuovi incendi in tutta la federazione e quelli attivi sono 774. Sono mobilitati 240mila uomini, 25mila veicoli e 226 fra aerei ed elicotteri.
Le fiamme hanno distrutto 128mila ettari di terreno. Colpite soprattutto le regioni di Nijni Novgorod (quinta città della Russia) e di Riazan, a sudest della capitale Mosca. Ora gli incendi si stanno estendendo verso oriente, interessando il bacino del Volga e in particolare le città di Saransk e Togliatti.
Per la Russia si tratta dell'estate più calda da 130 anni a questa parte: nelle ultime tre settimane le temperature hanno oltrepassato stabilmente i 35 gradi, con un picco di 38 gradi a Mosca. Per vaste zone occidentali e centrali del Paese questa estate segna la peggiore siccità dal 1972 a oggi. Il grande cado che sta colpendo la Russia preoccupa anche il Patriarca Kirill. Oggi il capo della Chiesa ortodossa ha pregato perché piova. «Lancio un appello a unirvi in preghiera affinchè la pioggia scenda sulla nostra terra», ha detto Kirill.