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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2010 alle ore 16:26.
Sequestrate le ville invisibili della cosca Alvaro di Sinopoli. Le Fiamme gialle di Reggio Calabria hanno sequestrato beni immobili per un valore di dieci milioni di euro. Si tratta della fase due dell'operazione Matrioska del 12 maggio scorso, che ha portato a 30 milioni il valore complessivo dei sequestri effettuati nei confronti della cosca.
Il lavoro di intelligence ha consentito di accertare un tenore di vita ben diverso dai redditi dichiarati. L'ingente patrimonio immobiliare, catastalmente sconosciuto e occultato in zone difficilmente accessibili, é stato individuato dai finanzieri attraverso il controllo del territorio anche grazie all'uso di elicotteri.
Quattro le ville di pregio, di cui due in costruzione, sono state sequestrate con provvedimenti emessi dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria su richiesta della procura distrettuale antimafia.
Il sequestro riguarda il nucleo familiare di Domenico Alvaro, classe 1937, condannato in primo grado a 3 anni di reclusione per aver favorito la latitanza del boss Carmine Alvaro, capo indiscusso del clan affiliato alla ‘ndrangheta. Domenico Alvaro risulta percettore di redditi di natura agraria ed assistenziale di modesta entità, un patrimonio dichiarato assolutamente inadeguato a giustificare gli esosi investimenti immobiliari affrontati.
«Il clan Alvaro – ha spiegato Alberto Reda, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria – è una delle più note famiglie di ‘ndrangheta che ha messo in piedi una holding imprenditoriale e finanziaria con diramazioni in Europa e oltre oceano ed è ritenuta a vario titolo responsabile di associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, traffico e detenzione di armi ed esplosivi, sequestri di persona e traffico di stupefacenti».