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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2010 alle ore 08:10.
Oggi il Consiglio dei ministri deciderà le regole del gioco e l'elenco delle squadre in campo. Per i risultati, cioè per il valore effettivo delle risorse fiscali che il mattone comincerà a offrire ai bilanci federalisti dei municipi, bisognerà aspettare almeno il 30 novembre.
È questa la data segnata sul calendario dal decreto attuativo sul federalismo municipale. Sarà il ministero dell'Economia, d'intesa con le amministrazioni locali all'interno della conferenza stato-città, a definire la quota dei tributi immobiliari che sarà «compartecipata» dallo stato, e di conseguenza quanto invece finirà direttamente nelle mani dei sindaci. Sicuramente nelle casse statali finiranno le imposte legate agli acquisti dal costruttore (anche le ipotecarie e le catastali, oltre all'Iva) e l'addizionale sull'energia elettrica.
Nemmeno i numeri del 30 novembre saranno quelli definitivi, perché il pallino vero rimane legato all'analisi dei «fabbisogni standard», cioè dell'analisi sui livelli "giusti" dei costi dei servizi locali affidata alla società per gli studi di settore (la Sose). Quando, nel 2011, il compito della Sose sarà compiuto, le divisione fra stato e sindaci dei tributi immobiliari potrà essere rivista, agendo sempre nel rispetto dei «saldi programmati di finanza pubblica».
Prima di definire la distribuzione delle risorse, è ovviamente impossibile anche disegnare i dettagli del «fondo sperimentale di riequilibrio», che sarà chiamato a ridurre le distanze fra sindaci "ricchi" e "poveri" già nella fase di partenza del federalismo municipale.
Il compito del fondo sperimentale è cruciale, perché nelle città più fortunate (soprattutto le metropoli e i centri del Nord) la vivacità del mercato locale consente al mattone di offrire frutti fiscali anche quattro-cinque volte superiori rispetto ai centri dove si registrano meno compravendite e i valori in gioco sono più contenuti (si veda anche «Il Sole 24 Ore» del 5 luglio).
Per addolcire queste differenze, gli anni di rodaggio del federalismo municipale saranno accompagnati dal fondo sperimentale di riequilibrio, anch'esso fondato interamente sul mattone. Il fondo sarà diviso in due sezioni: la prima sarà finanziata dalla maggioranza dei tributi che entrano nel riparto fra stato e comuni, la seconda si fonderà sull'Irpef immobiliare (anche sotto forma di cedolare secca).