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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2010 alle ore 08:01.
ROMA
Michele Vietti è il nuovo vicepresidente dell'organo di autogoverno della magistratura. È stato eletto con 24 voti su 26. Due le schede bianche. Ha prevalso il senso di unità sul rischio che le correnti di sinistra della magistratura (Md e e Movimento per la giustizia) potessero far convergere i propri voti su Glauco Giostra, professore di procedura penale nominato consigliere laico al Csm su indicazione del Pd.
Vietti ha detto subito che il Csm dovrà «recuperare prestigio e consenso» dopo «i recenti scandali» legati all'inchiesta sulla P3. Ha sottolineato che in particolare servirà attenzione «alle regole deontologiche, non solo per i magistrati ma anche per i membri del Csm, cercando di recuperare uno stile di rigore e serietà». Nel suo discorso di insediamento ha anche evidenziato che occorre «liberarsi dalle astratte contrapposizioni polemiche tra politica e giustizia avendo di mira il funzionamento del sistema con particolare riguardo alla durata dei processi».
Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha auspicato che il Csm che non risponda più alla logica delle correnti e che sia di sostegno alle nuove leve della magistratura, soprattutto a quelle impegnate sui fronti della criminalità e della corruzione. Un Csm capace di affrontare «con obiettività e concretezza anche le questioni più complesse», per arrivare a «soluzioni adeguate attraverso un confronto sereno non inficiato da rigide contrapposizioni».
Il guardasigilli Angelino Alfano si è detto pronto «a una leale collaborazione con il nuovo Csm per il bene della giustizia». Per il ministro della Giustizia, Vietti saprà «dare un importante contributo affinché il Csm possa operare con equilibrio nel rispetto delle garanzie costituzionali».
Gli equilibri fra correnti sono rimasti pressochè invariati: i centristi di Unicost hanno mantenuto la maggioranza, confermando i loro 6 consiglieri (Riccardo Fuzio, Paolo Auriemma, Mariano Sciacca, Giuseppina Casella, Alberto Liguori e Giovanna Di Rosa). Non cambiano i numeri anche per i moderati di Magistratura indipendente (Tommaso Virga, Alessandro Pepe e Angelantonio Racanelli) e per una delle correnti di sinistra, Movimento per la giustizia (Aniello Nappi, Roberto Rossi e Paolo Carfì), che a Palazzo dei Marescialli continueranno a essere rappresentate da tre consiglieri ciascuna. Tre sono anche i togati dell'altra corrente di sinistra, Magistratura democratica (Vittorio Borraccetti, Francesco Cassano e Francesco Vigorito), l'unica che ha perso un seggio. Che è stato assegnato per la prima volta a un "outsider" sceso in campo senza l'appoggio di una corrente, l'indipendente giudice veneziano Paolo Corder, in passato anche al vertice dell'Anm come rappresentante di Unicost.