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Ma quale uomo tenero e modesto, in carriera pagano narcisismo e aggressività

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2010 alle ore 18:05.

Ci sbagliavamo. Sembrava che anche per i nuovi leader mondiali, quelli che hanno il famigerato pulsante rosso sempre a portata di mano, si fosse aperta l'era dell'uomo tenero, affettuoso, educato al punto di apparire un po' impacciato. Avevamo visto David Cameron che sotto i flash all'ingresso della nuova casa a Downing Street accarezzava il pancione della moglie Samantha. Avevamo visto Barack Obama ballare stretto stretto con Michelle al Ball d'insediamento, manco fosse il ballo del liceo, e rinunciare a impegni in agenda per assistere a una recita di Sasha e Malia come un papà qualunque.

Pensavamo che il macho alla Putin, con quello sguardo di ghiaccio e l'atteggiamento alla Chuck Norris, che nel 2008 in Siberia sparò a una tigre e pescava nel torrente a petto nudo, fosse roba archiviata. E che come in una sorta di conquista dell'era new age, l'uomo anche di potere avesse finalmente ceduto alla sua parte più soft. Ma appunto, ci sbagliavamo. Perché alla fine sia le donne che gli uomini preferiscono sempre il macho.

A sostenerlo è una ricerca della Rutgers University del New Jersey, pubblicata nella rivista "Psychology of Men and Masculinity": lo studio è stato condotto da un team composto da professori di psicologia, che hanno sottoposto un gruppo di 132 donne e 100 uomini alla visione di filmati di colloqui di lavoro, in cui uomini e donne si mostravano più o meno aggressivi e ritrosi. Ne è risultato che gli uomini che si dimostravano più modesti, anche a parità di competenze, erano giudicati come deboli, e persino con uno status sociale inferiore rispetto a quelli più aggressivi. Mentre per le donne la ritrosia era considerata una caratteristica neutra, e in certi casi un vero e proprio punto di forza.

«Il fatto è che gli stereotipi sono duri a morire - ha commentato la coordinatrice della ricerca, Corinne A. Moss-Racusi - Le donne devono avere attitudine alla vita in comunità ed essere orientate verso l'altro, mentre gli uomini devono essere più impositivi, che significa più indipendenti e concentrati su se stessi. E una donna dominante, al contrario, è giudicata negativamente».

Ora, però, sempre secondo la ricerca, pare che una volta entrati nel mondo del lavoro, una donna aggressiva possa avere più difficoltà perché la sua presenza è troppo ingombrante rispetto a quella di un uomo che tutto sommato se ne sta sulle sue.

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Tags Correlati: Barack Obama | Barings Bank | Chuck Norris | Corinne A. Moss-Racusi | David Cameron | Downing Street | Jérôme Kerviel | Nick Leeson | Pier Giovanni Bresciani | Rutgers University | SIPLO | Università degli studi di Bologna |

 

«Non sono convinto che le cose stiano davvero così - commenta il professor Pier Giovanni Bresciani, docente dell'Università di Bologna e presidente della SIPLO, la Società Italiana di Psicologia del Lavoro e dell'Organizzazione - E' vero che oggi le aziende tendono a privilegiare chi manifesta comportamenti "proattivi", caratteristiche di tipo manageriale, come una spiccata autonomia. Però, anche a causa di una certa letteratura direi pacchiana sull'argomento, c'è anche molta mitologia intorno a queste figure che tendono ad autoimporsi. In realtà bisognerebbe tornare a valorizzare altre doti, che si apprezzano anche nel lungo periodo, come la sobrietà, la saggezza, e anche l'understatement. Purtroppo, questa mistica del vincente oggi sembra prevalere e le aziende sbagliano a considerare meno capace chi sceglie un atteggimento più riservato. E finiscono per essere schiave di soggetti che non esito a definire patologici». Chissà come saranno sembrati Jérôme Kerviel e Nick Leeson agli head hunter di Société Générale e della Barings Bank al loro primo colloquio di lavoro.

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