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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2010 alle ore 08:04.
Cereali, ma anche frutta, verdura e persino fiori: i capricci del tempo, tra piogge torrenziali e siccità nell'Est Europa, stanno mettendo a dura prova le coltivazioni continentali con il rischio di raccolti scarsi e di un conseguente aumento dei prezzi non solo delle materie prime, ma anche dei prodotti derivati come pane, pasta, biscotti fino alla birra. Ieri le quotazioni del grano sulle piazze di Chicago e Parigi sono tornate ai massimi da quasi due anni.
La Commissione europea tuttavia prevede una produzione agricola nella media degli ultimi cinque anni, nonostante le condizioni atmosferiche estreme: la resa per ettaro sarà del 5% al di sopra della media, mentre la superficie totale delle aree coltivate ha subito una riduzione del 3% rispetto all'anno scorso. L'impatto negativo delle condizioni atmosferiche sui raccolti in alcune zone della Ue, però, secondo la Commissione, è stato compensato in altre zone.
Si stima che la resa del frumento tenero, in totale, sarà superiore alla media degli ultimi cinque anni. Le previsioni per i due principali produttori, Francia (si stima un -10% della produzione rispetto al 2009) e Germania, evidenziano però rese inferiori alla media e anche nettamente inferiori al livello dello scorso anno a causa della siccità e della calura che hanno recentemente colpito questi due paesi. Quanto all'Italia, il principale produttore di frumento duro, si stima che potrà contare su una resa media simile a quella della Francia. In Spagna invece il frumento duro ha sofferto delle piogge eccessive che hanno colpito l'Andalusia in inverno, perciò si prevedono rese inferiori del 16% alla media.
Se le stime sul raccolto di cereali nella Ue non sono preoccupanti, la situazione è molto critica in Russia, colpita da temperature vicine ai 40 gradi che hanno gettato nel caos il paese. Ieri il presidente Medvedev, che ha interrotto le vacanze per seguire da Mosca l'evoluzione delle centinaia di incendi che stanno devastando le pianure, ha silurato alcuni alti ufficiali responsabili di mancato coordinamento nella gestione dell'emergenza, mentre il numero delle vittime è salito a 48.
I danni climatici di quest'anno – che stanno gravando su tutte le coltivazioni, non solo su quelle di cereali – sono cominciati già con l'inverno, con temperature eccezionalmente basse che hanno ritardato l'inizio della stagione agricola. La primavera e l'inizio dell'estate – fanno sapere da Bruxelles – hanno portato una forte siccità nel Regno Unito, in Francia occidentale, nel Benelux, in Germania settentrionale, in Polonia orientale e in Grecia, mentre in Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania si sono verificate delle inondazioni. La Spagna e l'Italia, invece, in primavera hanno beneficiato di piogge favorevoli e abbondanti. Giugno e luglio sono stati caratterizzati da temperature molto elevate e scarse precipitazioni in Francia centrale, Benelux e Germania.