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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2010 alle ore 08:06.
Il conto record della Liechtenstein Global Trust Treuhand (Lgt) di Vaduz ha un nome. È quello di Aleotti, la famiglia proprietaria del gruppo farmaceutico Menarini. Sono, infatti, intestati ad Alberto Sergio Aleotti, Alberto Giovanni Aleotti, Massimiliana Landini, Lucia Aleotti e Benedetta Aleotti i 476 milioni di cui ha parlato la "talpa" Heinrich Kieber, l'ex dipendente della fondazione, che due anni fa ha venduto al fisco tedesco per cinque milioni la lista dei conti in nero e dei relativi correntisti. Il più ricco – ha dichiarato al settimanale tedesco «Stern» (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) – è un italiano.
«In assoluta tranquillità – spiega Alberto Aleotti – confermiamo quanto già detto nel 2008: tutte le disponibilità finanziarie, del sottoscritto e della mia famiglia, in Italia e all'estero, sono regolarmente e integralmente assoggettate a tassazione, come le competenti autorità possono agevolmente verificare».
Oltre agli Aleotti, nella lista comparivano altri nomi "illustri": gli industriali Manini, proprietari della Faac Spa (18 milioni), il gruppo farmaceutico Mian (200 milioni), gli industriali di Bolzano Pichler (35 milioni), la famiglia Pessina, titolare dell'omonima società di costruzioni (32 milioni) gli imprenditori vicentini Amenduni (15,5 milioni) e altri ancora. Il dischetto consegnato al fisco tedesco da Kieber conteneva in tutto 3.929 conti di cui 157 con titolari italiani, per un totale di 390 connazionali coinvolti. Il patrimonio degli italiani in Liechtenstein ammontava complessivamente a 1,3 miliardi.
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