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Pigi Battista risponde al Giornale, non solo su Facebook: «Giornalismo a orologeria»

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2010 alle ore 16:05.

Non ha nessuna intenzione di rinunciare a Facebook, ma ha tolto il commento maliziosamente "commentato" dal Giornale e ha pure cancellato qualche amico pericoloso dalla lista, gente che più che amica era lì per "curiosare". Pierluigi Battista, detto Pigi, firma di punta del Corriere della sera, dopo essere stato a lungo vicedirettore, «ma da un anno e tre mesi non lo sono più, anche se al Giornale non se ne sono accorti, pur di fare una grottesca manovretta contro il Corriere», sta andando a San Vito Lo Capo a presentare il suo ultimo libro "I conformisti" (Rizzoli), ovvero "L'estinzione degli intellettuali d'Italia".


Che cosa è successo? Il Giornale diretto da Vittorio Feltri racconta, con un articolo di Paolo Giordano («che non è mio amico su Facebook», precisa Battista), che sul social network il giornalista ha scritto che Gianfranco Fini dovrebbe dare una spiegazione sulla nota casa di Montecarlo al centro delle ultime polemiche. Parte il dibattito finché – racconta sempre il Giornale – una collega del Corriere della sera, Maria Teresa Meli, eccepisce: «A Pì, perché lo scrivi solo su Facebook». Dunque non si può stare tranquilli neanche in un social network?


Arrabbiato?
No, stupefatto, per il grado di degradazione, e scusa il gioco di parole, del nostro mestiere. Su Facebook ho scritto su Fini quello che ho scritto tranquillamente anche sul Corriere. Anche quel commento, peraltro garbato, avrei potuto tranquillamente scriverlo sul Corriere. E poi perfino io, che sono un ignorante in tema di tecnologia, so qual è la differenza tra un blog e un social network. Un blog è pubblico, ma Facebook è pubblico per le persone di cui sei amico. C'è perfino l'iscrizione.


Di Fini scrive spesso su Facebook.
E sul Corriere… Per esempio ho scritto che la sua espulsione dal Pdl è il segno di un partito che tratta il dissenso in modo bolscevico: non c'è nulla di liberale.


Ma neanche un po' infastidito?
No. I grandi giornalisti segugi dovrebbero almeno sapere che non compaio nemmeno sulla gerenza del Corriere perché da tempo non sono più vicedirettore. E' una sciocchezza, ma almeno i fatti dovrebbero raccontarli correttamente, no?

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Tags Correlati: Berlusconi | Gianfranco Fini | Italia | Maria Teresa Meli | PDL | Pierluigi Battista | Rizzoli | Società dell'informazione | Vittorio Feltri

 


L'idea di sentirsi "controllati" pure in un social network non è gradevole.
E' un'alterazione delle regole del gioco. Quando si scrive un articolo si ha un livello di concentrazione diverso da quando si scrive e magari si cazzeggia su Facebook. Quella è una chiacchiera da bar… La mia poi non era un'opinione violenta contro Fini, anzi, era un'innocente considerazione. Eccone un'altra: mi potete elencare una sola riforma ostacolata da Fini?


Quindi potevano ancora andare d'accordo, Berlusconi e Fini?
Quindi l'ipotesi che Berlusconi voglia andare alle urne per fare la campagna elettorale sull'idea che non gli hanno lasciato fare le riforme, loro, i finiani, mi pare ridicola.


Ma adesso cambia qualcosa nel rapporto tra lei e la rete?
Temo di sì. E' come se uno gioca a briscola e all'improvviso si ritrova con le regole della roulette russa. Però non ho intenzione di separarmene.


Come giudica l'inchiesta del Giornale sulla casa di Montecarlo. Sta con chi dice "squadrismo" o con chi pensa "fa solo il suo mestiere, quel Feltri lì"?
Non è squadrismo. E' ovvio che c'è l'intenzione di fargliela pagare, a Fini. Ma poi i fatti sono fatti. E questa vicenda richiede una spiegazione. Una spiegazione non tanto dal punto di vista penale… Qui nessuno lo accusa di essersi messo dei soldi in tasca… Del resto, lo ha detto lo stesso Fini: fate le verifiche. Certo, sono curiosi i tempi di queste inchieste, no? Diciamo che è un po' come la loro definizione di "giustizia a orologeria"… in questo caso sembra "giornalismo a orologeria".


Si va a votare e, se sì, quando?
Andare avanti con un governo di minoranza che cerca la maggioranza volta per volta è ridicolo. Ma votare perché? Perché non si fanno le riforme? Come dicevo prima: non c'è, per ora, una riforma ostacolata dai finiani, a meno di non voler far passare come riforma la legge sulle intercettazioni. Però o si va a votare subito o marzo dell'anno prossimo è tra tantissimo. Se si può andare avanti così tanto, allora si può andare avanti anche tre anni. Penso che un incidente possa avvenire prima, a settembre. Boh, poi magari dura tre anni. Comunque penso che Berlusconi perderà, cioè rivincerà ma perderà consensi e forza.


Fini non ha qualcosa di "conformista"?
Me la cavo in modo terzista, lo ammetto: il conformismo non è un concetto assoluto, il conformismo è in relazione a un ambiente. Nel suo mondo, la destra, non lo è. Per esempio sull'immigrazione.

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