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La guerra del Blackberry fa crollare vendite e prezzi in Arabia Saudita

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2010 alle ore 14:57.

Accordo raggiunto tra le autorità saudite e la società canadese Research In Motion (Rim) per evitare il blocco dei servizi Blackberry in Arabia Saudita. Dopo la minaccia di Riad di bloccare il servizio per «problemi di sicurezza» - e una prova generale di sospensione
di quattro ore delle mail e di Internet per gli utenti Blackberry nel Paese - la Rim ha accettato di installare un server in Arabia Saudita, accessibile da parte delle autorità giudiziarie di Riad che potranno monitorare, in caso di richiesta, la posta dei 750 mila utenti locali del celebre
smartphone. La polizia non potrà sorvegliare in tempo reale i messaggi scambiati, ma potrà richiederli e accedervi a posteriori.
La richiesta dell'Arabia Saudita di avere un controllo sui dati scambiati attraverso i Blackberry era arrivata alcuni giorni dopo la decisione degli Emirati Arabi di bloccare il
servizio, a partire da ottobre, se la Rim non avesse consentito l'accesso ai server "blindatissimi" in Canada su cui transitano tutti i dati dei terminali Blackberry.
La Rim, a questo punto, pur di non perdere l'importante mercato arabo e asiatico - richieste simili erano state formulate anche da Libano, India e Indonesia - potrebbe decidere di installare server in ognuno dei Paesi che pretende un controllo sulla messaggistica Blackberry.

Ma ora il problema per Rim è un altro: tutti questi tira e molla stanno spingendo i sauditi a liberarsi dei loro Blackberry. I BlackBerry erano ricercatissimi dai businessman locali, ma da quando il loro uso è stato messo sotto osservazione, riporta il sito Arabnews.com, sia le loro vendite che il loro prezzo sono crollati. Sempre secondo il sito, nel giro di pochi giorni nei negozi di telefonia delle grandi città è sempre di più la gente che si presenta cercandio di scambiare il suo Blackberry con un altro smartphone. E se un anno fa il prodotto di Rim costava 2800 riyal, oggi il prezzo è crollato a 700. E si stima che gli operatori telefonici, perdendo i 750mila utenti Blackberry del regno saudita, avrebbero perdite almeno per 2 milioni di dollari. Fra i commenti dei lettori del sito arabo, si alternano i sostenitori della posizione del governo di Riad e i fan scatenati del Blackberry: «E' del tutto ridicolo - scrive Mohammed - non lasciare ai consumatori la privacy che vogliono. Moralmente e religiosamente la CITC (la Communications and Information Technology Commission araba) sta sbagliando. Dovrebbero essere multati, perché nessuno può monitorare i nostri messaggi privati». «E' la cosa migliore metterli fuori legge - ribatte NNK- Il Blackberry è diventato parte della vita e molti di loro sono molto, troppo impegnati a scrivere sulla tastierina. Passano metà giornata a chattare. E' una minaccia per la società». E c'è anche chi obietta che «il messenger di Blackberry dovrebbe essere usato solo dai businessmen. Nelle mani dei giovani di tutto il mondo, questi aggeggi hanno distrutto le relazioni sociali fra gli amici e le famiglie», dice Saleem.

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Tags Correlati: Aisha Um | Arabia Saudita | Associated Press | Autorità giudiziaria | CITC | Internet | NNK | Rim

 

Non sarà quindi che negli stessi Emirati esiste un vasto fronte popolare contro lo smartphone, pronto a sostenere la decisione della Commissione per le Comunicazioni? Alla AP la signora Um Aisha ha raccontato di essere arrivata a confiscare alla figlia il suo Blackberry: «Mia figlia una volta è svenuta. Quando l'ho portata in ospedale, il dottore mi ha detto che soffriva di affaticamento...lei legge ogni sms che riceve e risponde a tutti, anche nel cuore della notte».

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