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Notizie Medio Oriente e Africa

Tre cantieri da 200 milioni per lo sviluppo

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2010 alle ore 08:08.


I frutti arriveranno in autunno, sotto forma di tre progetti in fase di realizzazione che coinvolgono soggetti publici e privati, in Africa, in Europa e in Italia. Complessivamente, i tre "cantieri" (illustrati nelle schede a fianco) hanno un valore non distante dai 200 milioni di euro, ma la loro rilevanza va oltre gli aspetti strettamente contabili.
L'occasione per il debutto è il Forum internazionale intitolato "Sviluppare le Regioni dell'Africa e dell'Europa" (Taormina, 7-8 ottobre), il quarto, promosso dalla Fondazione Banco di Sicilia e organizzato da The European House-Ambrosetti. Ai lavori hanno confermato la partecipazione rappresentanti di numerosi Paesi africani, studiosi, imprenditori, oltre a importanti speaker del panorama nazionale e internazionale: Peter Daka (ministro dell'Agricoltura dello Zambia), José Ferreira (ministro per l'Urbanizzazione dell'Angola), Jaime Gama (presidente del Parlamento portoghese), Elham Ibrahim (commissario per l'Energia e le Infrastrutture,dell'Unione africana), Donald Kaberuka (presidente della Banca per lo Sviluppo dell'Africa), Miguel Angel Maratinos (ministro degli Esteri spagnolo), Bingu Wa Mutharika (presidente dell'Unione africana nonchè Capo di Stato del Malawi), Mary Shawa (segretario di Stato per la Nutrizione, l'Hiv e l'Aids del Malawi), Massimo Sarmi (amministratore delegato di Poste Italiane), Antonio Tajani (vicepresidente della Ue e commissario per l'Industria).
L'andamento delle precedenti edizioni del Forum mostra un costante sviluppo della sua proiezione internazionale. Nell'anno del debutto, il 2007, i paesi rappresentati erano 14, mentre 15 partecipanti su cento erano stranieri e 85 italiani. Nel 2009 i paesi presenti erano saliti a 20, con il 22% dei partecipanti stranieri e il 78% italiani. Numeri a parte, naturalmente non si tratta del primo né dell'unico forum dedicato a problemi e opportunità dell'Africa. Tuttavia si distingue da altri appuntamenti dello stesso tipo per l' approccio metodologico, che abbina momenti di studio alla definizione di progetti imprenditoriali. Insomma, ampie visioni culturali e socio-economiche, ricerca di qualità, ma il tutto con taglio pragmatico. Spiega meglio Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Banco di Sicilia: «Ciò sottolinea il nostro desiderio di vedere finalmente realizzarsi un rapporto alla pari tra Europa e Africa. Per il suo progredire, l'Africa non ha più bisogno solo di aiuti, quanto piuttosto d'intese».

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L'attenzione è centrata dunque sulle prospettive di sviluppo e di cooperazione multilaterale del Continente, con l'obiettivo di risvegliare l'interesse delle aziende private. I tre progetti – nati dalle passate edizioni del Forum e incentrati nei settori telemedicina, formazione e agroalimentare – ne sono appunto il frutto. «Stiamo valutando in questi giorni i termini di partecipazione dei soggetti interessati – aggiunge Puglisi – e prevediamo di raccogliere adesioni da parte di imprese di medie e grandi dimensioni da tutta Italia. Le decisioni ufficiali dovrebbero arrivare nella prima parte di settembre».
Questa strada dovrebbe condurre dalla fase esclusivamente assistenziale alla creazione di un mercato in grado di assicurare sviluppo a tutte le parti coinvolte (e quindi capace di sostenersi e crescere con le sue forze). L'esperienza dimostra che si tratta di una scelta sana, ma anche necessaria, dal momento che la crisi ha costretto governi e istituzioni transnazionali a impugnare le forbici.
«È per questo che è stata prestata molta attenzione – chiarisce Marina Mira d'Ercole, della Divisione internazionale di The European House-Ambrosetti – al business plan e alle compatibilità finanziarie dei progetti. Il caso del Parco Agroalimentare è particolarmente significativo: il governo dell'Uganda ha stanziato 700mila euro per avviare lo studio di fattibilità e quantificare dettagliatamente gli interventi, anche nelle infrastrutture di base, come strade e ferrovie. L'attività operativa dovrebbe avviarsi nel 2014».
Una data che, se rispettata, potrebbe offrire molte opportunità. Basti pensare al possibile incrocio con "Expo 2015" di Milano, che ha scelto come tema proprio "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita".
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AGENZIA SENGHOR

- L'"Agenzia Sènghor per i talenti africani" ha il compito di promuovere la formazione in Europa della futura classe dirigente africana e di sostenerne l'apprendimento accademico, specialistico e aziendale.
La costituzione della "Fondazione Sènghor" (ultima fase organizzativa prima dell'avvio) è in corso, grazie al coinvolgimento della "Fondazione Banco di Sicilia", del ministero degli Affari Esteri, delle fondazioni Crui e San Giorgio. Nella fase realizzativa sarà necessario un lavoro di "scouting" per trovare università europee che diano mandato all'Agenzia, aziende europee con attività in Africa e aziende africane che diventino soci di capitale, soci africani interessati allo sviluppo dell'iniziativa (governi, istituzioni, università locali per corsi post-graduate in Europa e così via).
Il finanziamento iniziale è quantificato in un milione di euro. A regime, l'Agenzia dovrà autosostenersi, grazie a diverse fonti d'introito. Il "break even" è previsto a tre anni.
DREAM T&EAM

- Il progetto "Telemedicine and education advanced methods" serve a rafforzare e potenziare le attività di telemedicina del progetto Dream della Comunità di S. Egidio e ampliare i programmi formativi a distanza per personale tecnico, medico e infermieristico locale. I paesi di destinazione sono: Mozambico, Malawi, Kenia, Tanzania, Nigeria, Camerun, Angola, Repubblica Democratica del Congo, Guinea Bissau e Guinea.
Le attività comprendono, tra l'altro, interventi in infrastrutture per lo svolgimento di telemedicina e formazione a distanza nei centri Dream, che in cinque anni dovrebbero salire a 20. Nella prima fase saranno avviati tre centri in Malawi, Mozambico e Repubblica Democratica del Congo, grazie a un bando dell'Esa (Agenzia spaziale europea), con un impegno di 1 milione di euro. Il budget totale è di 15 milioni. È stata avviata la ricerca di partner tecnologici e finanziari. Ai futuri soci si offre un corridoio preferenziale per forniture nel Continente Nero e contatti diretti con i governi africani.
AGROALIMENTARE

- Il Parco agro-ittico alimentare rappresenta il progetto più rilevante dal punto di vista dell'impegno finanziario, con un budget di circa 150 milioni di euro. Dovrà svolgere attività di produzione e prima trasformazione per il mercato locale e per l'export, dando priorità a ortaggi e frutta, cereali o riso, itticoltura, allevamento per carni e prodotti lattiero-caseari. Dovrà inoltre essere autonomo dal punto di vista energetico. Come Paesi prioritari sono stati individuati Zambia, Mozambico, Malawi, Tanzania, Sud Africa, Angola, Namibia e Uganda.
Anche in questo caso è stata avviata la ricerca di partner industriali, finanziari e del mondo scientifico-accademico. Ai partecipanti si offre un ingresso facilitato sul mercato africano, opportunità di business interessanti e una relazione privilegiata con i governi di accoglienza. È prevista una start-up con l'Uganda: il progetto è stato inserito nel "Developpement Strategy and Investment Plan" del ministero dell'Agricoltura e nel Piano di sviluppo nazionale 2011-2014.

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