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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2010 alle ore 12:56.
Germania, Polonia, Repubblica ceca, paesi baltici: il triangolo centro-orientale dell'Europa è nuovamente flagellato da piogge torrenziali: i fiumi escono dagli argini, intere cittadini inondate, squadre di soccorso in assoluta emergenza. Il bilancio delle vittime, dopo 48 ore, è già molto pesante: 15 morti, tre polacchi, tre tedeschi, cinque cechi, quattro lituani. Altre tre persone, nella Repubblica ceca, risultano disperse. Gli evacuati si contano a migliaia. Esercito, polizia, vigili del fuoco, con l'ausilio di elicotteri e gommoni, cercano di trarre in salvo gli abitanti rimasti intrappolati nelle case, di rimuovere detriti, di fornire i primi aiuti.
Se in Sassonia la situazione appare in leggero miglioramento (molti, comunque i danni prodotti dalla furia delle acque), adesso a tremare è il Brandeburgo, dove si attende la piena della Neisse e della Sprea. Nella città sassone di Goerlitz, in cui alcuni quartieri sono ancora sommersi dall'acqua, le scuole oggi rimarranno chiuse. Nella notte tra sabato e domenica il livello della Neisse, abitualmente di 1,70 metri in questa stagione, era salito nel giro di appena tre ore a 7,07 metri, il livello più alto da quando nel 1912 sono iniziate le misurazioni (la punta massima di 6,70 m si era registrata finora nel 1981). Massimo allarme invece nella cittadina di Bad Muskau, dove è in arrivo la piena della Neisse, che potrebbe allagare il centro cittadino, compresa la piazza del mercato ed il castello. Stamane il ministro federale dell'Interno, Thomas de Maiziere, si recherà a Bautzen, nel Brandeburgo, per avere un quadro esatto della situazione.
In Cina si scava nel fango. Il maltempo sta flagellando in questi giorni anche l'Asia. In Cina ci sono volute due esplosioni per aprire l'argine creatosi con i detriti, le rocce e gli alberi trascinati nel fiume Bailong che è esondato contribuendo al disastro che ieri ha fatto 127 vittime nel nord ovest del Paese. Secondo l'agenzia Nuova Cina, artificieri dell'Esercito di Liberazione cinese hanno fatto brillare una prima volta alle 8 di stamane e poi un'ora dopo, due diverse zone della barriera che, secondo un portavoce provinciale, è lunga tre chilometri, larga 100 metri e profonda nove metri. Mantiene almeno 1,5 milioni di metri cubi di acqua. Gli oltre 3.000 soccorritori continuano a scavare nel fango, che in alcuni punti supera i due metri, nella contea di Zhogu, nella prefettura autonoma tibetana di Ganna, alla ricerca di sopravvissuti. All'appello mancano quasi 1.300 persone. I meteorologi hanno previsto altri piogge per oggi e domani.