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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2010 alle ore 08:00.
Settanta amministratori locali pronti a schierarsi in Lombardia, altri 60 in Abruzzo. Senza contare i tre politici campani in procinto di varare un gruppo autonomo in consiglio regionale e i sei esponenti siciliani da tempo allineati all'ex leader di An. In parlamento la conta dei legionari di Gianfranco Fini è partita. Ma l'esercito di fedelissimi e simpatizzanti del cofondatore del Pdl si sta organizzando anche sul territorio e finora ha superato il traguardo dei mille tra esponenti di comuni e province.
In Sicilia la pattuglia vicina a Fini si muove attorno a quattro deputati nazionali (Fabio Granata, Carmelo Briguglio, Antonino Lo Presti e Giuseppe Scalia) che hanno da tempo assicurato il loro appoggio a Raffaele Lombardo. E che, nell'assemblea regionale siciliana, possono contare sul supporto di cinque consiglieri, di cui uno è l'assessore alle Infrastrutture, Luigi Gentile, che va ad affiancarsi al suo collega del Turismo, Nino Strano. Al di là dei numeri, però, la vicinanza tra il numero uno dell'Mpa e l'ex leader di An è storia nota e le vicende recenti hanno solo rafforzato un asse ormai consolidato nell'isola. Dove il divorzio tra finiani e berlusconiani si è consumato anzitempo. Tanto che sono oltre 300, abbozza un deputato siciliano, «gli amministratori locali pronti a un cenno a creare gruppi autonomi nei comuni e province».
Una piccola grande rivoluzione che rischia però di contagiare anche altre regioni. A cominciare dalla Lombardia. Qui la testa di ponte “finiana” fa perno su Giuseppe Valditara, Benedetto Della Vedova e Cristiana Muscardini. Ma annovera anche l'assessore milanese Gianpaolo Landi Di Chiavenna e diversi consiglieri nelle altre province (già 2 a Pavia, 3 a Monza, 1 a Bergamo). Senza contare che sono già a quota 75 i circoli di Generazione Italia (oltre 300 in tutta la penisola). «Gli iscritti a GI – spiega Valditara – sono 1200-1300 e stanno crescendo. Di questi almeno 70 sono amministratori di città sopra i 15mila abitanti, ma ricevo continuamente telefonate di consiglieri desiderosi di passare con Fini».
Un po' quello che è successo anche in Abruzzo, dove qualche settimana fa, 1300 persone accolsero il presidente della Camera sbarcato a Pescara per lanciare il suo ultimo libro. «Prima della presentazione – spiega Angelo D'Ottavio, assessore provinciale allo sviluppo territoriale – 60 amministratori locali simpatizzanti di Generazione Italia hanno voluto incontrare Fini per parlare dei loro problemi». Certo una simpatia non si traduce automaticamente nell'iscrizione a un nuovo partito, ma D'Ottavio non si nasconde dietro a un dito. «Noi – chiarisce – non abbiamo in animo né la voglia di fare la conta, io credo nel Pdl, ma certo quando Berlusconi ha accusato Fini di non essere in linea con i principi del partito, qualche riflessione l'ho fatta». E non è l'unico ad essersi avvicinato al co-fondatore del Pdl, visto che i circoli abruzzesi di Generazione Italia sono ormai 200, 550 iscritti solo nella provincia di Pescara dove sono 40 gli amministratori che hanno abbracciato la causa dell'ex leader di An. Tra i finiani, poi, si annoverano anche il presidente della prima commissione regionale (bilancio), Emilio Nasuti, e il vicegovernatore Alfredo Castiglione. «C'è grande interesse verso questo movimento – spiega – ma l'equilibrio di giunta è solido». Nessun sussulto, dunque, per l'esecutivo.