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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2010 alle ore 08:07.
L'economia greca vale quanto quella del Massachusetts. E tra Washington e Atene ci sono oltre cinquemila miglia. Ma forse le due capitali non sono poi così lontane. A misurare la "distanza fiscale" ci ha pensato il Cbo, sigla con cui è noto il Congressional Budget Office, abituato a dire amare verità a chi non vorrebbe ascoltarle. Nel suo ruolo di organismo investigativo e non partitico del Parlamento americano, è incaricato di portare alla luce i conti che non tornano. E questa volta il suo allarme ha davvero scosso i nervi di deputati e senatori: in un rapporto di mezza estate dal titolo asettico, «Il debito federale e il rischio di una crisi fiscale», ha lanciato un avvertimento esplosivo. Gli Stati Uniti potrebbero non essere affatto immuni, in futuro, da una "tragedia greca".
I motivi per cui la recente crisi del debito sovrano non ha (per ora) colpito gli Stati Uniti sono tanti. Innanzitutto gli Usa sono un paese forte e tradizionalmente solido. Inoltre hanno un efficace potere centrale, che permette di creare moneta quando i debiti da pagare sono troppi. Infine hanno un sistema economico dinamico e competitivo, abituato da secoli a repentine riprese dalle recessioni. L'Europa, in fondo, è diametralmente opposta: ha una banca centrale imbrigliata in ferree regole, ha un potere politico frastagliato e litigioso, ha un'economia più lenta. E così la crisi venuta dagli Usa, nel 2010 ha colpito solo Europa, rendendo paradossalmente i titoli del Tesoro americano un rifugio per gli investitori. Insomma: gli Usa hanno creato la crisi, hanno speso più di tutti in salvataggi, hanno il debito totale (pubblico più privato) più grande del mondo, ma sono tutt'ora percepiti come il rifugio degli investitori. Per dirla con il premio Nobel Paul Krugman: la «posizione economica americana» non è quella di Atene.
Ma il Cbo non è affatto convinto che le cose non possano mai cambiare. Anzi, tra le righe lancia un velato allarme: è possibile per gli investitori «perdere improvvisamente fiducia» in un paese. Anche se il momento del dramma, per l'America, rimane difficile da prevedere. Oltre che dal rapporto debito-Pil, che sta salendo in «territorio sconosciuto», dipenderà dal futuro del budget governativo, dalle necessità di indebitamento nel breve periodo e dalla salute dell'economia. Dei due scenari che il Cbo delinea, tuttavia, il più pessimistico denuncia «un chiaro rischio di crisi nell'arco dei prossimi vent'anni».