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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2010 alle ore 12:38.
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha deciso di querelare il Giornale di Vittorio Feltri. Al centro della disputa l'articolo pubblicato oggi in cui si afferma che l'ex leader di An avrebbe partecipato alla scelta dell'arredamento per la casa di Montecarlo, oggetto dello scontro politico tra berlusconiani e finiani. «Quanto pubblicato oggi da '"l Giornale" - si legge in una nota del portavoce di Fini, Fabrizio Alfano, è l`ennesima dimostrazione di un delirio diffamatorio che ha portato Feltri ad abdicare ai doveri minimi del giornalista». Pronta la risposta del Giornale che conferma il contenuto degli articoli. «Sull'edizione di domani pubblicheremo "fatture, contratti e nome e cognome dei testimoni"».
L'ex leader di An risponde quindi alla campagna stampa lanciata dal giornale di proprietà della famiglia di Berlusconi. Che, nei giorni scorsi ha anche avviato una raccolta di firme per chiedere le dimissioni di Fini dallo scranno più alto di Montecitorio. «Pur di denigrare il presidente Fini - prosegue la nota -, Feltri propone ricostruzioni fantasiose basate su improbabili racconti di personaggi che si celano dietro l`anonimato: in questo modo la calunnia diventa notizia, e la realtà un dettaglio trascurabile. Il tribunale accerterà la grave diffamazione, e il Consiglio dell`Ordine dei Giornalisti la violazione delle regole deontologiche».
Secondo il Giornale la prova del coinvolgimento di Fini starebbe nel fatto che è stato almeno «due volte» in un negozio di arredamento alle porte di Roma. Dove «tutti sapevano» che «c'era da fare una spedizione per la terza carica dello Stato a Montecarlo», come raccontano due ex dipendenti del negozio. Il Giornale, però, si spinge anche oltre: un vicino della casa monegasca dice anche di aver visto Gianfranco Fini «a Natale» nell'androne del palazzo Milton. Senza contare che il titolare dell'azienda che ha ristrutturato la casa racconta di «Giancarlo Tulliani sempre presente sul cantiere».
Poi l'affondo di Vittorio Feltri che ha più volte chiesto un passo indietro del presidente della Camera. Fini, ironizza il direttore nel suo editoriale, «come accade a molti in difficoltà, non ha resistito alla tentazione di dire bugie nella speranza di aggirare il problema» ma «non gli è andata bene, ha smarronato». Ha detto «di non saperne nulla», quando invece «ha arredato personalmente, con l'aiuto della compagna Tulliani il quartierino» dopo che «l'alienazione a una società off shore dell'appartamento era stata firmata». Per Fini, insomma, considerato in primis il suo «tradimento» politico, «la rinuncia alla poltrona più alta di Montecitorio - conclude Feltri - è quantomeno opportuna». E il Giornale pubblica anche oggi altre quattro pagine di firme per le sue dimissioni che sono arrivate «a più di 50mila». (Ce. Do.)