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«Effetto Tulliani» Sondaggisti divisi

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2010 alle ore 08:04.


Esiste un "effetto Tulliani"? E, se sì, quanto pesa? L'interrogativo sulla consistenza che la campagna avviata dal Giornale contro il presidente della Camera per l'ormai stranota vicenda della casa di Montecarlo appartenuta ad An e ora abitata da Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, compagna di Gianfranco Fini, arriva dopo giorni di furiose polemiche, smentite e querele. Ma soprattutto alla vigilia di un fine settimana nel quale il presidente del Consiglio potrebbe decidere la strategia autunnale proprio sulla base di sondaggi da lui commissionati.
Con i principali istituti demoscopici in riposo per ferie, la risposta degli addetti ai lavori al quesito di cui sopra si riduce in molti casi a sintetici, «molto», «poco», «niente». Con posizioni comunque interessanti. Alessandra Ghisleri, direttore di Euromedia research, la sondaggista più ascoltata dal presidente del Consiglio, e Luigi Crespi, l'inventore del "contratto con gli italiani" di Berlusconi ora vicino alle posizioni di Fini (svolge ricerche per Generazione Italia), la pensano allo stesso modo. «Il danno c'è stato, eccome» commenta Crespi, che a inizio mese assegnava al "partito di Fini" il 9,5% dei consensi. Quanto sia rimasto sul terreno dopo due settimane di «feroce campagna» non è però possibile stabilire. Anche perché i conti andranno fatti più avanti, aggiunge Crespi, «quando Fini avrà la possibilità di fare le sue contromosse: questo periodo non consente di compiere azioni efficaci come passaggi televisivi o conferenze stampa. Alla ripresa vedremo la capacità di reazione del presidente della Camera» e valutare il saldo tra perdite e recuperi.
Grande peso a quanto sta emergendo in questi giorni agostani sulla stampa è assegnato dalla Ghisleri: «In estate si leggono molti giornali... l'immagine della terza carica dello stato ne esce incrinata». E se Euromedia research assegnava già un paio di settimane fa a Fini appena il 2%, è facile immaginare ora quanto sottile venga giudicata la forza elettorale finiana dalla Ghisleri. Impegnata in queste ore a fornire al premier «elaborazioni e analisi in grado di indicare quali siano le priorità degli italiani in questo momento». E magari anche il loro orientamento di fronte alla prospettiva di tornare alle urne.

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Tags Correlati: Alessandra Ghisleri | AN | Elezioni | Giancarlo Tulliani | Gianfranco Fini | Luigi Crespi | PD | Silvio Berlusconi

 

«Tra gli elettori – spiega Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing – prevale la preferenza per un governo di larghe intese, desiderio di ridurre il tasso di conflittualità. Solo in seconda battuta viene indicata la strada del voto anticipato». Per Noto, invece, le campagne mediatiche non sono in grado di spostare voti da un leader o partito all'altro: «Hanno solo l'effetto di far diminuire il livello di fiducia nel sistema politico. Non si cambia opinione con un articolo». Un riscontro? Il caso Noemi non ebbe effetti elettorali su Silvio Berlusconi. Anzi: «Alle europee che si svolsero durante quella campagna mediatica a uscirne male fu il Pd».
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