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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2010 alle ore 22:02.
Il premier Silvio Berlusconi prova ad aprire un canale di dialogo con i finiani moderati. Ma la strada verso un'eventuale ricomposizione della frattura con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, non è affatto in discesa. Così il Cavaliere, di ritorno a Roma per rendere omaggio al presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, prova a predisporre le prossime mosse in vista dell'incontro di venerdì con lo stato maggiore del Pdl. Nel corso del quale Berlusconi è deciso a mettere nero su bianco il programma in quattro punti (giustizia, fisco, federalismo e mezzogiorno) su cui testare la tenuta della maggioranza.
Il premier studia quindi la strategia per rilanciare l'azione di governo all'apertura dei lavori parlamentari. E pensa a una sorta di appello alle colombe finiane «affinché non tradiscano - è il ragionamento del Cavaliere - il mandato che i cittadini gli hanno affidato». Ma i parlamentari vicini all'ex leader di An respingono per ora le sirene berlusconiane. «I finiani sono tutti moderati, ma non smemorati - scrivono in una nota Italo Bocchino e Pasquale Viespoli - : vi è stata una espulsione politica senza contraddittorio del Presidente Fini dal Pdl. Se Berlusconi vuol far prevalere la moderazione bisogna ripartire dal giorno prima dell'Ufficio di Presidenza e recuperare quella compatibilità che lui stesso ha messo in discussione».
La linea di Fini e dei suoi è chiara: la lealtà al governo non è in discussione, come il sostegno all'esecutivo sul programma elettorale. Ma non sui provvedimenti che siano contemplati in quel documento. L'attenzione, quindi, è ora tutta per l'incontro di venerdì, cui parteciperanno non solo i capigruppo e i tre coordinatori del Pdl, ma anche il guardasigilli Angelino Alfano. Perché proprio la giustizia rappresenta il terreno scivolosissimo, tra processo breve e Lodo Alfano (su cui il Cavaliere non vuole indietreggiare), che deciderà con molta probabilità l'esito del confronto tra il Cavaliere e l'ex leader di An.
Intanto, però, il clima è tutt'altro che sereno dentro il Pdl. Dove l'ala berlusconiana conferma a sua volontà di andare al voto (con Fini che potrebbe essere una spina nel fianco al Senato anche se corresse da solo). Ma ad agitare le acque oggi è intervenuta una nuova puntata della saga estiva sulla casa di Montecarlo. Con l'ennesimo affondo del Giornale di Vittorio Feltri e l'immediata replica di Gianfranco Fini. Che oggi ha fatto visita alla camera ardente di Cossiga e si è intrattenuto con il sottosegretario Gianni Letta al quale avrebbe consegnato un messaggio chiaro. «Chiunque alimenti conflitti, 'sparandò contro le istituzioni, non fa che danneggiare il Paese e gli italiani». Una bacchettata, nemmeno troppo velata, a quanti dentro il Pdl hanno attaccato nei giorni scorsi il capo dello Stato, ma anche a chi continua a chiedere un suo passo indietro.