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Voli di rimpatrio per i rom al via, ma la strategia di Sarkozy fa acqua da tutte le parti

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2010 alle ore 14:52.

Partiranno domani, su un volo Parigi-Bucarest. Apparentemente senza ritorno. Sono i primi Rom, fermati dalla polizia francese durante gli smantelamenti dei campi nomadi, accelerati da Nicolas Sarkozy a partire dalla fine di luglio, a ritornare a casa loro, L'obiettivo è raggiungere quota 700 rientri a fine agosto. E andare avanti, inesorabilmente: il presidente ha annunciato che dei 600 campi, esistenti in Francia all'inizio del mese, ne resteranno solo la metà a fine ottobre (51 fino a oggi sono sià stati evacuati).

Intanto, dalla Romania, finora muta sulla questione, arrivano le prime proteste. Teodor Baconschi, ministro degli Esteri, ha puntato il dito contro «le derive populiste e le reazioni xenofobe in Francia», riguardo alla vasta operazione anti Rom.

In questa estate, per il resto a Parigi assai tranquilla, la vicenda dei nomadi sta scatenando polemiche a non finire. Contrari al nuovo programma di sgomberi, organico e strutturato, sono esponenti dell'opposione, delle Ong, della cultura e perfino alcuni membri dell'Ump, lo stesso partito del presidente. Ma, secondo un sondaggio effettuato dall'Ifop per conto del quotidiano le Figaro, il 79% dei francesi appoggia la decisione di Sarkozy (e il 60% fra chi vota a sinistra). Il presidente, ai minimi nei sondaggi, lo sa bene. E, secondo i suoi detrattori, sta utilizzando a fondo la battaglia a fini propagandistici.

Anche perché l'efficacia degli sgomberi è messa fortemente in dubbio. Chi parte lo fa per il momento su base volontaria. Accetta, quindi, un contributo che per ogni adulto parte dai 300 euro, ma, in molti casi, arriva a mille e certe volte perfino a un massimo di 3.500. Il volo direzione Bucarest (o talvolta Sofia: alcuni Rom provengono dalla Bulgaria) è gratuito. Gli interessati, però, restano in patria solo qualche settimana. Poi, in molti casi (i due terzi del totale, secondo le Ong rumene che lavorano con le comunità di nomadi), rientrano in Francia.

È già successo l'anno scorso, quando già sono stati distribuiti diversi «aiuti per il ritorno». C'è chi, addirittura, ha fatto varie andata-ritorno e incassato più contributi. Proprio per evitare questo problema la Francia ha predisposto una banca dati dei benificiari di questo tipo di sovvenzioni, Oscar, che sarà operativa dal primo settembre e che utilizzerà le impronte digitali per identificare chi ha già incassato i soldi Per il resto, chi non vuole rientrare, non si fa trovare al momento degli sgomberi (annunciati in anticipo). Girovagano con le roulotte per la Francia, spesso con seri problemi logistici, o varcano le frontiere, soprattutto quella italiana, per installarsi altrove per un po' di tempo. Prima che cambi aria.

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Tags Correlati: Bulgaria | Francia.È | Ifop | Nicolas Sarkozy | Parigi | Rfi | Romania | Teodor Baconschi | Ump

 

Al fatto che la battaglia di Sarkozy sia strumentale ha fatto cenno pure Baconschi, nell'intervista rilasciata stamani alla radio francese Rfi. Secondo lui Parigi, Bucarest e l'Unione europea devono collaborare sulla questione dei Rom «senza cedere a febbri artificiali di tipo elettorale». «Se continuiamo a scambiarci accuse reciproche - ha aggiunto il ministro romeno – o a criminalizzare a titolo collettivo singoli gruppi etnici, non facciamo altro che resuscitare ricordi molto spiacevoli. E, invece di trovare delle soluzioni, generiamo solo tensioni».

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