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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2010 alle ore 16:43.
«Il governo italiano non può autonomamente decidere in riferimento a una politica europea che invece stabilisce sostanzialmente il diritto di insediamento e di movimento». È quanto dice alla Radio Vaticana monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, commentando l'intervista sugli immigrati comunitari rilasciata dal ministro Roberto Maroni al Corriere della Sera.
Secondo mons. Perego, «i rimpatri di gruppi di rom decisi dalla Francia «sono illegittimi», perchè «riguardano sostanzialmente persone che hanno il diritto di movimento in Europa e d'insediamento». «Questi rimpatri - spiega -, vanno a toccare soprattutto una popolazione, la popolazione rom indistintamente, senza invece, valutare con attenzione quali sono i problemi». Secondo il monsignore, «la Francia purtroppo ha seguito la strada dell'Italia di un'espulsione indiscriminata dei rom».
Un'espulsione che ha generato di fatto «nuovi campi abusivi, ha generato ancora abbandono della popolazione rom, ha generato l'annullamento, sostanzialmente, di tutta una politica sociale che era stata fatta per la scolarizzazione dei bambini». Per il direttore della Fondazione Migrantes, «l'azione che avviene contro i rom oggi, non è un'azione di politica migratoria - non dimentichiamo che anche in Italia, l'80% dei rom è italiano - ma è una politica discriminatoria nei confronti di una popolazione, che sostanzialmente, non si è riuscita a gestire attraverso canali che sono soprattutto di tipo sociale, di tipo scolastico, di accompagnamento; anche la tutela di una popolazione che ha subito fortemente la modifica di una società agricola industriale».