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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2010 alle ore 16:26.
Il sindaco di Milano Letizia Moratti sta con il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Dalle colonne del «Corriere della Sera» Moratti si dice «assolutamente d'accordo» con la proposta del ministro, che aveva parlato della possibilità di allontanamenti anche per cittadini comunitari: «Sì alle espulsioni, non rimpatri assistiti e volontari quasi sempre senza esito. Naturalmente - aggiunge - solo per chi viola la direttiva che fissa i requisiti per chi vive in un altro Stato membro: reddito minimo, dimora adeguata e non essere a carico del sistema sociale del paese che lo ospita».
Non solo. Moratti sottolinea l'importanza di intervenire sul reato di clandestinità. «In questo momento un clandestino che ha altri reati pendenti deve rimanere sul territorio italiano fino a quando non è stato giudicato e ha scontato la pena nel nostro Paese», spiega. «Abbiamo chiesto al governo di assorbire i reati come scippi, rapine e violenze nelle norme sulla clandestinità, in maniera tale che sia possibile l'espulsione immediata anche quando il clandestino deve rispondere di altri reati».
Intanto, mentre l'ambasciatore della Bulgaria a Parigi, Marin Raikov, interviene sulla politica francese di espulsione dei rom e dice che «non occorre drammatizzare» l'espulsione da parte del governo d'Oltralpe di «un numero limitato di rom», il sindaco di Milano ricorda che «puntare il dito contro Sarkozy non ha senso. Penso che si stia occupando di una questione importante per la quale dovrebbe esserci più consapevolezza da parte dell'Unione europea rispetto a quelle nazioni che subuiscono maggiormente la pressione migratoria».
Da Castel Gandolfo anche il Papa, terminato l'Angelus, parla in francese e spiega che la chiamata di tutti gli uomini «alla salvezza», di cui parlano i testi liturgici odierni, è «anche un invito a saper accogliere le legittime diversità umane», al seguito «di Gesù venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni e di tutte le lingue».