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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2010 alle ore 14:18.
La serata di ieri si era conclusa con Umberto Bossi e Pierferdinando Casini sempre ai ferri corti. Dopo che il primo si era lasciato andare che il leader dell'Udc «è uno str..., come quelli che non potendo avere meriti e qualità insultano gli altri». Non proprio un complimento all'indirizzo del numero uno dei centristi che aveva prontamente replicato. «Gli insulti che Bossi mi ha gentilmente rinnovato dimostrano in modo chiaro quale errore è stato affidare il Paese in queste mani. I suoi alleati dovrebbero svegliarsi prima che sia troppo tardi».
Insomma, tra Lega e Udc la tensione rimane altissima. E anche dentro il Pdl gli animi non si placano dopo la proposta lanciata ieri da Italo Bocchinodi una maggioranza più ampia che comprenda, oltre al Pdl e ai finiani, anche Udc, Api e moderati del Pd. Un invito subito bollato da Fabrizio Cicchitto, capogruppo pidiellino alla Camera, «come fantapolitica». E su cui oggi è intervenuto il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ex colonnello di An smarcatosi ormai dal presidente della Camera. Che ha definito «curiosa» l'idea di Bocchino e ha lanciato un appello all'ex capo. «Vorrei sapere Fini la condivide. Lui è molto silenzioso in questi ultimi tempi aspettò ciò che dirà a Mirabello (la storica festa di An ora in mano ai finiani, ndr) per capire se si riconosce nelle cose che hanno detto i più moderati del suo gruppo, oppure in quelle dei meno moderati che anziché cercare un accordo hanno buttato benzina sul fuoco».
Mirabello, dunque, come snodo del futuro di Fini e dei suoi fedelissimi. Urso, in un colloquio con il Sole24ore.com, ha chiarito che non ci sarà il lancio del nuovo partito Tutti, dentro e fuori il Pdl, attendono quindi di capire cosa dirà il leader di Futuro e libertà, a cominciare proprio dagli ex An come Matteoli. Che, dal canto suo, ha ribadito l'invito a Casini di tornare nella maggioranza. «Credo che si debba provare a trovare spazio all'Udc - spiega il ministro intervenendo al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione -. In 16 anni, dal 1994, da quando il centro-destra ha vinto per la prima volta, e per 14 anni, è stato con noi, quindi sarebbe un ritorno a casa». Un ritorno che Silvio Berlusconi sta cercando in tutti i modi di condurre in porto. Domani a pranzo ne parlerà proprio con il Senatùr a cui cercherà di spiegare le sue ragioni e non sarà facile convincere l'amico Umberto, da sempre contrario a un ritorno dei centristi nell'attuale maggioranza. (Ce. Do.)