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Nel Pd ognuno sembra andare per la sua strada dopo l'appello dell'ex segretario Veltroni

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2010 alle ore 18:15.

Stop a qualsiasi ipotesi di «santa alleanza» che inglobi tutte le forze dell'opposizione, incluse quelle attualmente fuori dal Parlamento. Nel centro-sinistra alla ricerca di una rotta, in vista di possibili elezioni anticipate, la lettera firmata dall'ex sindaco di Roma, Walter Veltroni e pubblicata dal Corriere della Sera, irrompe come un fulmine a ciel sereno e spazza via la proposta, lanciata nei giorni scorsi dall'ex segretario Dario Franceschini, «di un'alleanza costituzionale». Per sparigliare ancor più le carte in casa dei democratici. Dove a tener banco in queste ore è la novità di un possibile inedito ticket: quello tra il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, e il governatore della Puglia, Nichi Vendola.

Entrambi hanno da tempo manifestato la loro disponibilità a correre per la leadership del centro-sinistra. Il sindaco di Torino, poi, l'ha ribadito anche oggi. «Fuori dai chiacchiericci agostani - spiega Chiamparino - io sono pronto a dare il mio contributo a costruire le proposte programmatiche e la leadership conseguente». E, in uno scenario che sembra accelerare verso il voto anticipato, quella che pareva una boutade estiva rischia di rappresentare il futuro prossimo del Pd. Tanto più che l'avanzata del nuovo ticket è accompagnata dal silenzio del leader democratico, Pierluigi Bersani, che resta, almeno sulla carta, l'avversario di Berlusconi in una eventuale consultazione. Anche se la maggioranza dalemiana sta lavorando ai fianchi per lanciare la candidatura di Enrico Letta, le cui posizioni si sono spesso discostate da quelle del segretario.

Nei fatti, dunque, in casa del Pd ognuno sembra andare per la sua strada. Tanto che un editoriale di Europa si chiede provocatoriamente se esiste un leader che possa guidare il progetto lanciato da Franceschini. «Non basta - scrive il quotidiano dell'ex Margherita - dare all'ammucchiata una funzione storico-politica, perché risulti meno ammucchiata. Questa identità, per quanto emergenziale e provvisoria, deve nei tempi moderni legarsi a una leadership, a un volto, a una personalità che immediatamente riconduca, per autorevolezza e curriculum, all'impegno nel quale si riconoscono forze così diverse». Non Bersani, evidentemente, visto che il giornale non ne fa cenno. Avallando la sensazione che l'attuale segretario del Pd non sia considerato all'altezza della sfida.

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Tags Correlati: Camera dei deputati | Dario Franceschini | Elezioni | Enrico Letta | Massimo Cacciari | PD | Pierluigi Bersani | Sergio Chiamparino | Torino | Walter Veltroni

 

Tanto più che tra i democratici si moltiplicano le divisioni. E così è bastato che Veltroni tornasse a rivendicare «i quasi quattordici milioni di italiani», che fecero una croce sul suo nome come candidato premier, per assistere al risveglio della fronda vicina all'ex sindaco. Con l'area degli ex popolari di Fioroni accorsi subito a lodare l'invito del vecchio segretario e a stoppare «alleanze confuse». Rispedite al mittente anche da Massimo Cacciari che boccia «le ammucchiate».«Chi parla, come fa Franceschini, di "alleanza costituzionale" - avverte l'ex sindaco di Venezia - sa che né Casini, né tantomeno Fini, ci starebbero mai. Per loro sarebbe un suicidio politico. Sono dichiarazioni provocatorie che non portano a nulla».

In serata, poi, arriva anche la replica di Franceschini alla bacchettata di Veltroni. «Questi due anni hanno dimostrato che Berlusconi diventa sempre più un pericolo per la nostra democrazia e oggi siamo in piena emergenza - sottolinea il capogruppo del Pd alla Camera -. Se si condividono queste considerazioni, può essere utile ricordare che i nostri padri durante la Resistenza non persero tempo a domandarsi a vicenda se erano liberali, comunisti, per la monarchia o per la Repubblica, per la legge proporzionale o maggioritaria, ma decisero di iniziare a discuterne dopo la liberazione».

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