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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2010 alle ore 08:07.
Egregio Direttore,
ho letto con un certo stupore il fondo pubblicato oggi (ieri, ndr) da Il Sole 24 Ore dal titolo: "Tre operai non sono gli operai". Una tesi, quella contenuta nell'articolo, che fin dal titolo esprime una visione francamente illiberale e perfino un po' razzista della situazione: i tre operai di Melfi ai quali non è consentito l'accesso al proprio posto di lavoro, dunque, non sarebbero "gli" operai? Non dovrebbe valere per loro il rispetto delle sentenze della magistratura? Non difendendo il principio che le regole vanno rispettate anche nella vicenda di Melfi si tutelerebbero forse meglio in generale l'occupazione e i diritti di tutti i lavoratori? È un punto di vista discutibile.
Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli non rappresentano, forse, tutti gli operai ma sono certamente tre operai, tre persone che vivono problemi concreti: la difesa dei loro diritti, come di quelli di tutti i lavoratori, è la ragion d'essere di un sindacato degno di questo nome.
Cordiali saluti,
Guglielmo Epifani
segretario generale Cgil
- Il nostro punto di vista è, come tutti, discutibile, ha ragione il segretario Epifani. Chi dissente da un editoriale, però, non ha titolo alcuno per giudicarlo "illiberale" o addirittura "razzista": spiace che il segretario della Cgil, rompendo il suo stile solito, ricorra ai toni di una sinistra intollerante, da cui ha sempre provato ad allontanare la sua Cgil