Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2010 alle ore 22:17.
Il leader nordcoreano Kim Jong-il è impegnato in un visita a sorpresa in Cina, la seconda del 2010 dopo quella di inizio maggio, che sembra mirata a ottenere il riconoscimento del suo probabile successore, il terzogenito Kim Jong-un, e a sbrogliare il nodo del dialogo a Sei sul nucleare, in stallo da fine 2008. «Abbiamo avuto conferma che il treno presidenziale ha attraversato il confine intorno a mezzanotte di mercoledì, lasciando la città di Manpo per la città cinese di Jian, nella provincia del Chagang», ha detto un funzionario della presidenza sudcoreana, definendo «senza precedenti» la doppia visita in un solo anno.
La Cina non ha finora confermato o smentito l'arrivo del leader nordcoreano e del suo erede (come sempre fatto in passato per motivi di sicurezza fino al ritorno in patria di Kim), mentre l'inviato speciale di Pechino sugli affari coreani, Wu Dawei, ha rilevato che Cina e Corea del Nord «sono paesi vicini ed è normale per un leader fare una visita nell'altro paese».
L'iniziativa di Kim, 68 anni, giunge a ridosso della grande riunione del Partito dei Lavoratori di settembre che a Pyongyang, in base alle attese, designerà formalmente il terzogenito di 27-28 anni al ruolo di successore al vertice del regime. Ed è anche una sorpresa, considerando le speculazioni su un faccia a faccia tra il «caro leader», come Kim viene chiamato in Cina, e l'ex presidente americano Jimmy Carter, impegnato nel Nord in una missione umanitaria per il rilascio di Aijalon Mahli Gomes, il cittadino Usa di 30 anni arrestato il 25 gennaio per ingresso illegale e condannato a 8 anni di lavori forzati. I media ufficiali di Pyongyang non hanno al momento dato conto di alcun incontro.