Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2010 alle ore 13:30.
PARIGI – Alle troupe televisive che chiedono la loro opinione alle signore che escono dal nuovo Carrefour di Ecully, periferia (chic) di Lione, una delle risposte più frequenti è la seguente: «Non sembra neanche un ipermercato». Ebbene, è quello che i dirigenti del gruppo, numero uno della grande distribuzione in Europa, attendevano. Ora che l'ipermercato è in crisi (strutturale, non solo per l'impasse economica), che la gente è stanca del suo gigantismo, della sua offerta eccessiva e soprattutto confusa di prodotti, della sua atmosfera anonima, i francesi giocano la carta di Carrefour Planet, a metà fra un mercato di strada e un grande magazzino, pieno di colori pastello e luci soffuse.
Dopo anni di preparazione (accompagnata da una vasta inchiesta che ha riguardato 50mila clienti abituali) e in un'atmosfera da «guerra fredda» (poche le rivelazioni in anteprima nei media: i concorrenti possono copiare), il gruppo ha aperto i suoi primi Carrefour Planet a Ecully e un altro a Vénissieux, sempre nella periferia di Lione (ma più popolare). In questi giorni ne saranno inaugurati altri tre, due in Spagna (alle porte di Madrid) e un altro a Bruxelles. Dal prossimo gennaio Carrefour convertirà alla nuova formula la maggioranza dei suoi ipermercati in Francia e nel resto d'Europa, Italia compresa. L'esperimento è studiato con attenzione da tutti gli operatori del settore. Fu Carrefour a creare nel lontano 1963 il primo ipermercato di Francia (e uno dei primi in Europa, sulla scia degli esempi nordamericani), a Sainte-Geneviève-des-Bois, vicino Parigi. Allora non si chiamava «hypermarché», il nome venne inventato tre anni più tardi ancora da un francese, Jacques Pictet, specialista del settore. In seguito Carrefour e i suoi rivali nazionali (in particolare, Auchan e E. Leclerc) hanno invaso l'Europa con la loro «invenzione». Il problema è che, negli ultimi anni, la «gallina dalle uova d'oro» non funziona più. Ed è proprio Carrefour il primo a cercare di voltare pagina.
Eccoci al Carrefour Planet di Ecully. Finiti i tempi del grande corridoio centrale con quelli allineati per prodotto sui lati, il nuovo ipermercato è organizzato in nove poli tematici, identificati da scritte dai colori vivaci (verde per il biologico, azzurro per il surgelato, rosso vermiglio per la moda e cosi' via). Il cliente è accompagnato con nonchalance attraverso questi poli, quasi si trattasse di un mercato di strada. L'atmosfera è «cool», grazie anche al décor concepito dallo studio di Hubert de Malherie, con tanto di rotoli di carta bianca sospesi in alto, per assorbire i rumori, e lampade a Led, ecologiche e meno agressive. Rispetto a un Carrefour «normale», introvabili certi prodotti come le biciclette o ridottissimi gli spazi conscacrati al bricolage, agli articoli sportivi e ai grandi elettrodomestici. Sono presenti in catalogo e possono essere ordinati via Internet, anche utilizzando gli schermi disponibili in loco. Ma è chiaro che Carrefour si è arresa dinanzi al boom dei grandi punti vendita specializzati come Ikea o (ancora francesi) Décathlon e Conforama. Più spazio, invece, dei 14.500 metri quadrati disponibili a Ecully (un ipermercato, quindi, grande, ma non mastodontico), è destinato ad altri prodotti, vedi gli alimenti biologici, passati da 800 a 3mila.