Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2010 alle ore 20:34.
L'ultima modifica è del 28 agosto 2010 alle ore 20:34.
È di nuovo polemica tra il guardasigilli Angelino Alfano e l'Anm, il sindacato delle toghe. Al centro della contesa il processo breve, su cui la maggioranza vuole accelerare. Non è una priorità nell'ambito del sistema giustizia, è la tesi dei magistrati. Ma il ministro replica a stretto giro. «L'Anm sa solo dire no. Evidentemente gli stanno bene le lungaggini della giustizia italiana e vogliono che nulla cambi».
A scatenare la reazione del sindacato era stata l'intervista rilasciata stamane dallo stesso Alfano. Che aveva indicato, conversando con il Corriere della sera, il processo breve, fermo da sette mesi in Parlamento, come una delle cinque priorità programmatiche su cui sondare la tenuta della maggioranza, a cominciare dai finiani del Fli. Il ministro si era poi detto pronto a garantire «investimenti straordinari nel sistema giustizia per adeguare la macchina alle nuove esigenze del processo breve». E aveva lanciato un messaggio alle toghe. «Siamo pronti a incontrare i magistrati dei principali uffici giudiziari per concordare le scelte organizzative più efficaci».
Parole che hanno fatto andare su tutte le furie Luca Palamara, presidente dell'Anm. «È grave e non più tollerabile che, in un momento nel quale la giustizia è al collasso e si verificano allarmanti episodi di violenza e minacce, si continui a perdere tempo con disegni di legge, come quello sul processo breve, che nulla ha a che vedere con l'esigenza di affrontare le vere priorità del sistema giustizia e con l'urgenza di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata». Una replica durissima seguita dall'invito, rivolto al ministro, per un confronto in vista della prossima assemblea del 7 settembre a Reggio Calabria. Un modo, secondo Palamara, per conoscere direttamente dai direttori degli uffici se la priorità «è data dal processo breve o dalle drammatiche situazioni in cui proprio quegli uffici si trovano».
Dichiarazioni a cui aveva poi fatto seguito in serata la nuova risposta di Alfano. «Evidentemente alla Anm stanno bene le lungaggini della giustizia italiana e vogliono che nulla cambi. Evidentemente alla Anm sta bene l'infinita durata dei processi italiani. Evidentemente la Anm sa dire solo 'nò e non formula proposte in grado di fare uscire la giustizia dallo stato di paralisi».