Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2010 alle ore 18:07.
Mentre iniziano le operazioni di scavo della galleria verticale di 700 metri per raggiungere i 33 minatori intrappolati da oltre tre settimane nell'impianto di San José, le autorità cilene studiano delle possibili alternative per un salvataggio in tempi più brevi.
La "talpa" australiana "Strata 905" appositamente trasportata e installata in Cile tarderà infatti dai tre ai quattro mesi a svolgere il proprio compito: fonti di stampa indicano però che il presidente Sebastian Pinera vorrebbe che i minatori possano risalire in superficie già il 18 settembre, bicentenario dell'indipendenza del Paese.
I tecnici stanno valutando dunque la possibilità di allargare una delle tre piccole gallerie esistenti che arriva a 600 metri di profondità, quota dove si trova una delle officine della miniera; questa soluzione porterebbe non più di due mesi, dato che i minatori potrebbero raggiungere l'officina dal rifugio nel quale si trovano attualmente.
Inizialmente il condotto dovrebbe essere allargato di circa una ventina di centimetri per poter far arrivare ai minatori oggetti più grandi di quanto sia attualmente possibile: ogni ulteriore aumento di diametro dovrà tuttavia essere sottoposto ad analisi per evitare il rischio di ulteriori crolli o cedimenti.
Benedetto XVI ha salutato all'Angelus «con particolare affetto» oggi i minatori imprigionati nel giacimento di san Jos?, nella regione cilena di Atacama. «Ad essi e ai loro familiari - ha detto - vadano l'incoraggiamento e l'intercessione di San Lorenzo con l'augurio e le preghiere continue affinché mantengano la serenità e la speranza di una felice conclusione dei lavori che si stanno compiendo per aiutarli».
Ci sono anche gli Inti Illimani a portare conforto ai familiari dei 33 minatori intrappolati nella miniera cilena di San Josè, con un concerto tenuto al campo-base 'Esperanza'. A esibirsi è stato il gruppo 'Historico' del noto complesso musicale, i cui componenti sono stati per anni residenti in Italia all'epoca della dittatura di Pinochet. I quattro membri del gruppo, hanno reso noto i media locali, hanno interpretato tra gli altri pezzi anche 'A la mina voy', canzone scritta da un'altra band cilena molto nota anni fa, i Quilapayun.