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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2010 alle ore 08:05.
BUENOS AIRES. Dal nostro corrispondente
«Vicini all'ora zero», dice uno dei coordinatori dei soccorsi. «Questo per noi è l'inizio di una lunga avventura, ricca di entusiasmo ma anche di preoccupazioni». Le immagini trasmesse da Tv Chile mostrano fervore e al tempo stesso timore per un salvataggio che, se andrà a buon fine, sarà il più importante della storia delle miniere.
Tra oggi e domani l'escavatrice australiana Xtrata 950 avvierà la perforazione della miniera di San José, a Copiapò, nel nord del Cile. Los 33, i minatori prigionieri della terra dal 5 agosto a 700 metri di profondità, rintanati in un rifugio costruito lungo i cunicoli della miniera, potrebbero riemergere già a metà ottobre, secondo quanto riferito alla stampa locale dal comitato tecnico che sovrintende i lavori. Ma il governo ha smentito, confermando la previsione di tre-quattro mesi.
La Xtrata 950, una trivellatrice di ultima generazione, procederà in verticale, aprendo una galleria larga 66 centimetri dalla quale estrarre gli uomini. L'ingegnere André Sougarret, responsabile dei soccorsi, ritocca verso l'alto il numero dei metri perforabili ogni giorno. Prima si era parlato di 10-15 metri, ora si parla di 20. Nessuna spiegazione ufficiale, forse un riscontro geologico più ottimista riguardo alla consistenza della roccia. Nel quartier generale delle operazioni, a Copiapò, si è presa in considerazione la possibilità di chiedere ai minatori di risalire fino al livello di 300 metri, dove l'uscita è bloccata da un masso che si calcola pesi intorno alle 700 tonnellate. Gli ultimi rilevamenti indicano che il blocco di pietra non si sta muovendo e che quindi gli uomini non correrebbero rischi lasciando il loro rifugio. Proprio la risalita a quota 300 metri permetterebbe di tagliare i tempi per il salvataggio.
In altre parole tra qualche settimana il recupero potrebbe avvenire a una profondità diversa da quella attuale. I minatori infatti, pur trovando riparo nel rifugio, possono percorrere alcune centinaia di metri di tunnel, fino allo smottamento che ha ostruito la risalita.
Oltre alle difficoltà tecniche vi sono poi quelle sanitarie. L'alimentazione sembra destare poche preoccupazioni, dal condotto aperto nei giorni scorsi sono stati calati cibo e acqua. Più insidioso è invece l'aspetto psicologico; cinque minatori sono entrati in depressione e ciò, a molte settimane dal recupero, è un fatto grave. La Nasa ha inviato un'equipe composta da due medici, uno psicologo e un ingegnere; una piccola task force che ha seguito i momenti difficili degli astronauti.