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Gheddafi sbarca a Roma accolto da 200 hostess. Lo show spiana la strada all'industria della difesa

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2010 alle ore 14:48.

Con un giorno di anticipo Gheddafi è arrivato oggi a Roma accolto da 200 hostess (a pagamento). È uno "sdoganamento" in grande stile quello che il premier Silvio Berlusconi si prepara a offrire su un piatto d'argento al colonnello libico Muammar Gheddafi domani sera nella caserma dei carabinieri Salvo D'Acquisto a Roma. Le celebrazioni per il secondo anniversario del Trattato di cooperazione e partenariato italo-libico archivieranno forse per sempre l'annoso capitolo dei danni di guerra e la storia infinita del "gesto simbolico" di riparazione ossia l'autostrada litoranea da 1.700 chilometri (2,3 miliardi di euro) e apriranno una nuova pagina nelle relazioni tra Roma e Tripoli in cui anche la collaborazione nel settore della difesa potrà trovare uno spazio più strutturato.

Il leader libico, da oggi a Roma dove alloggerà nella residenza dell'ambasciatore Abdulhafed Gaddur e il premier italiano Berlusconi discuteranno, come sempre in queste occasioni, dei grandi temi dell'attualità internazionale: la crisi economica, il sottosviluppo, i problemi dell'Africa. Durante l'Iftar, la cena che interrompe il Ramadan, davanti al carosello dei Carabinieri e all'esibizione dei cavalli berberi arrivati per l'occasione dalla Libia, non ci sarà spazio per entrare in dettagli della cooperazione economica tra i due paesi. Il colonnello avrà incontri separati anche con l'ad di Eni, Paolo Scaroni e con quello di UniCredit, Alessandro Profumo ma si tratterà di colloqui di cortesia che non anticiperanno in alcun modo le prossime mosse del Fondo sovrano Libyan Investment Authority su possibili aumenti nelle partecipazioni (7% in Unicredit e 1% in Eni). Alla cena offerta domani dal Governo italiano Gheddafi incrocerà probabilmente per la prima volta anche lo sguardo di Giovanna Ortu, la battagliera presidente dell'Airl, l'associazione degli italiani già residenti in Libia espulsi nel '70 ai quali furono sequestrati beni per un valore attuale di 3 miliardi di euro ma che attendono ancora di vedere attuato da parte italiana l'articolo del Trattato italo-libico che concede loro un indennizzo di 150 milioni.

Ma la cerimonia di domani nella prestigiosa sede dei Carabinieri servirà a preparare il terreno per nuovi accordi. Solo alla fine di settembre, fanno sapere fonti governative, i dossier italo-libici torneranno all'attenzione delle delegazioni dei due governi. C'è da approfondire, ad esempio, la questione della pesca dopo gli arresti di pescatori di Mazara del Vallo e la lotta all'immigrazione clandestina. Ma i tempi sembrano maturi anche per finalizzare il dossier della collaborazione della Difesa nell'ambito di quanto già acquisito nel formato 5+5 di cooperazione tra le due sponde del Mediterraneo. Tutto questo dopo che lo shopping bellico di Gheddafi ha già portato a una fornitura da parte francese (in cambio della soluzione della vicenda delle infermiere bulgare condannate a morte) di missili anticarro e apparecchiature di comunicazione per 400 milioni di dollari nel 2007 e nel gennaio scorso l'accordo da 1,3 miliardi di dollari con i russi per i caccia Sukhoi e gli addestratori Yak130. Un accordo quadro politico sulle forniture italiane nel settore difesa potrebbe essere discusso proprio alla fine di settembre tra il ministro italiano Ignazio La Russa e il segretario del comitato per la difesa libico, Younis Jaber. Finmeccanica e Fincantieri sono i gruppi più interessati e in parte hanno già avviato contatti con le controparti libiche. I rapporti tra Agusta Westland e la Libia risalgono addirittura a prima del Trattato di cooperazione. Nel 2007 l'azienda del gruppo Finmeccanica aveva firmato un contratto per dieci elicotteri AW 109 e AW 119 Koala da assemblare in uno stabilimento libico inaugurato qualche mese fa. Ed è prodotto da Finmeccanica anche il piccolo aereo-spia Falco per il controllo delle carovane dei migranti nel deserto. Anche la Fincantieri potrà offrire una vasta gamma di navi rafforzata ora dalle collaborazioni con le industrie francesi e tedesche senza contare che da anni la nostra Marina collabora attivamente con la Marina libica in esercitazioni congiunte. Nel settore trasporti, Ansaldo Breda è pronta a partecipare al progetto per la metropolitana di Tripoli.

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