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Finanza e Mercati In primo piano

Dalla Bce liquidità per tutto il 2010

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2010 alle ore 08:06.

La Banca centrale europea dovrebbe decidere questa settimana di estendere ancora di qualche mese le generose operazioni di liquidità decise all'indomani del fallimento di Lehman Brothers nel 2008. La situazione economica sta migliorando, ma per la Bce l'obiettivo è superare la fine dell'anno senza intoppi sul mercato interbancario.

Da mesi ormai l'istituto monetario sta garantendo abbondante liquidità alle banche europee attraverso aste di rifinanziamento a tasso fisso e ad ammontare illimitato. In questo momento, è previsto che questa generosità termini nelle prossime settimane, salvo appunto un allungamento dei tempi per evitare strappi o sorprese. La probabile decisione del consiglio direttivo di continuare a usare queste aste è stata per molti versi anticipata dal governatore tedesco. In un'intervista televisiva a metà agosto, Axel Weber aveva spiegato che di un ritorno alle operazioni normali - vale a dire a tasso variabile e ad ammontare limitato - si parlerà solo nel primo trimestre del 2011.

La presa di posizione del banchiere centrale non è piaciuta a molti suoi colleghi che si sono chiesti perché Weber abbia dovuto anticipare una decisione che dipende dal consiglio direttivo. Lo stesso presidente della Bce Jean-Claude Trichet, appena qualche settimana prima, aveva preferito non esporsi, rinviando qualsiasi annuncio alla conferenza stampa di dopodomani.

La Bce è in una situazione delicata. Da un lato vorrebbe abbandonare il più velocemente possibile le misure non convenzionali decise all'indomani del fallimento di Lehman Brothers che tanto fece tremare i mercati. Il timore di molti banchieri centrali è di abituare gli istituti di credito a un'eccessiva liquidità, in un momento peraltro di ripresa economica.

Lo stesso Trichet, venerdì a Jackson Hole, aveva criticato indirettamente la posizione della Federal Reserve, pronta a nuove misure non convenzionali. Agli occhi della Bce, misure come l'acquisto di obbligazioni devono servire a tranquillizzare il mercato monetario, mentre la Fed sembra volerle usare per sostenere l'economia.

Dall'altro lato, però, la Bce è consapevole di come il sistema bancario si stia ancora leccando le ferite. A luglio, per esempio, le banche spagnole hanno chiesto a Francoforte liquidità per 140 miliardi (pari al 22,7% del totale distribuito dall'istituto monetario), rispetto ai 136,5 miliardi di giugno e ai 105,6 miliardi di maggio.

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Tags Correlati: Axel Weber | Bce | Europa | Fed | Istituzioni dell'Unione Europea | Jackson Hole | Jean-Claude Trichet | Peter Chatwell

 

Tradizionalmente, la fine dell'anno è un momento difficile per le banche che devono concludere le ultime transazioni per poi chiudere i bilanci. Il contesto di per sé delicato è reso particolarmente complicato quest'anno dall'incertezza di questi ultimi mesi e soprattutto da un'ondata di scadenze obbligazionarie per molti istituti di credito. Secondo i calcoli di Bloomberg News, le banche italiane dovranno rifinanziare titoli obbligazionari da qui alla fine dell'anno per 69 miliardi di dollari. Le loro controparti spagnole hanno scadenze per 28 miliardi di dollari. Ha commentato di recente Peter Chatwell, un analista di Crédit Agricole: «Questo sì che sarà un ottimo stress test per le banche».

Intanto, la Bce dovrebbe per ora lasciare invariato il costo del denaro all'1%, anche se giovedì annuncerà probabilmente una revisione al rialzo delle sue stime di crescita per il 2010, dall'1 all'1,4%. La situazione economica è migliorata molto se si pensa che nel giugno 2009 la Bce prevedeva per quest'anno una contrazione del dello 0,3%. Eppure, per ora, gli economisti non si aspettano cambiamenti di politica monetaria prima del 2011. Osservano che la ripresa di oggi è per molti versi un recupero dopo la recessione del 2009 e notano come l'inflazione rimanga moderata. Guardano poi al rallentamento economico americano e si chiedono quale sarà il suo impatto in Europa.

Intanto, la fiducia nell'Eurozona è ai massimi dal marzo del 2008. Ad agosto, il parametro reso noto dalla Commissione Ue è salito a quota 101,8, da 101,1 di luglio. Alla base del risultato c'è l'aumento della fiducia dei consumatori, che non si è però ancora tradotto in aumento degli acquisti.

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