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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2010 alle ore 09:00.
L'estate è il suo momento: ma quest'anno Vladimir Putin ha superato se stesso. E tutto si può dire, ma non che le sue vacanze siano state ordinarie. Certo non bisognerebbe chiamarle vacanze: dai giorni degli incendi fino alle ultime avventure siberiane, il primo ministro russo non si è risparmiato, zigzagando per il paese con la brava telecamera al fianco e ore di presenza in tv, con l'obiettivo di dimostrare che il capo del governo ha il controllo della situazione, alternando visite di lavoro con exploit into the wild. Poiché siamo in Russia, il paese più grande al mondo, tenere tutto sotto controllo non è semplice. Ma non mancano neppure occasioni infinite per mettersi in mostra: nel bene e nel male. La galleria fotografica parla da sola.
Propaganda, immagini: il ritmo è destinato ad accelerare ora che Putin ha mezzo-ammesso che candidarsi alle elezioni del 2012 gli interessa molto. Tantissimi russi hanno apprezzato, molti altri si sono indignati quando il 10 agosto Putin è salito a bordo di un aereo anti-incendi, rovesciando acqua su una foresta in fiamme. "Centro perfetto!", gli comunica esultante il pilota. Qualche giorno prima al telegiornale era andata in onda una lunga telefonata tra Putin e il presidente Dimitrij Medvedev, il primo nei boschi e il secondo banalmente al Cremlino, uno scambio sul da farsi per affrontare l'emergenza. Per niente spontaneo, ma fa presa sugli elettori, evidentemente, come l'annuncio che Putin seguirà personalmente l'andamento dei lavori di ricostruzione. Sul sito del governo è possibile veder crescere le casette da ultimare entro l'inverno: ma chissà cosa succede al di là delle telecamere.
L'ultimo scampolo di vacanza è tra la Siberia e l'Estremo Oriente. Contatto ravvicinato con un grande orso bruno («ha da temere più lui dall'uomo che l'uomo da lui», ha detto Putin a un giornalista che si preoccupava del pericolo); a caccia di balene su un piccolo canotto, un arco per prelevare campioni di pelle da esaminare. E poi Putin on the road, al volante di una Lada giallo canarino sull'ultimo tratto di un'autostrada che collegherà Mosca a Vladivostok. «Siamo il paese più esteso al mondo e non abbiamo un collegamento autostradale completo», si è reso conto Putin. Più di duemila chilometri tra Kabarovsk e Chita, un cd dei Beatles, occhiali scuri e polo chiara, un giornalista costantemente al fianco: «Bisogna vedere le cose con i propri occhi per rendersi conto di cosa manca», spiega Putin all'inviata della tv Vesti.