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Dalla Bolivia in cerca di fortuna

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2010 alle ore 09:31.

Minatore da una settimana, con tutto l'entusiasmo di un immigrato che per la prima volta aveva trovato un lavoro fisso. Sì, perché Carlos Mamani, 24 anni, è boliviano. Tra Los 33, i minatori imprigionati nel ventre della montagna dal 5 agosto, è l'unico non cileno.
Fino a pochi mesi fa viveva di lavori saltuari e sottopagati: l'ultimo la vendemmia, in marzo, nell'autunno australe. In mezzo disoccupazione e incertezza. «La miniera ci aveva dato l'illusione di un futuro«, dice Veronica Quispe, la moglie cilena sposata nel 2008.

Il suo viaggio verso sud inizia tre anni fa, dal cuore della Bolivia. Il paese è Gualberto Villarroel, sei ore di bus da La Paz. Un piccolo centro agricolo in una terra aspra e inospitale, a 3.100 metri di altitudine. Ottavo di dieci fratelli, viene da una famiglia di campesinos che coltiva patate e avena. Carlos studia e porta a casa un diploma di scuola superiore, poi il militare a Chochabamba. Ma quella della Bolivia è una miseria profonda, quasi ancestrale. Il lavoro non c'è e lui parte per il Cile.

Un'avventura sempre difficile per i boliviani, nel paese rivale di una guerra lontana che nessuno dimentica. Carlos riesce bene o male a sbarcare il lunario. Poi incontra una ragazza con la quale le cose funzionano, è Veronica. La sposa. «Carlos è un uomo buono e forte e Dio ci ha dato questa bimba meravigliosa». Al campamento Esperanza, oggi, nel giorno in cui tutti hanno sospeso il respiro per le terribili ore di una temporanea interruzione dello scavo, alterna sorrisi e lacrime. «Speriamo che tutto proceda, que Dios nos ayude», che Dio ci aiuti. Quando la nostalgia si fa più acuta abbraccio la mia piccola wawa e nei suoi occhi vedo quelli di Carlos».

Nell'ultima lettera ai fratelli, in Bolivia, Carlos ha scritto che il Cile gli ha dato «un sueldo mensual y una familia». Pochi giorni fa il console boliviano in Cile, Walker San Miguel, ha proposto a Veronica di trasferirsi in Bolivia, in attesa che Carlos venga tirato fuori da quel buco maledetto. Poi ci sarà un lavoro per entrambi, a La Paz. Lei ha risposto di no, che preferisce aspettarlo qui. (R.D.R.)

Tags Correlati: Carlos Mamani | Cile | Gualberto Villarroel | La Paz | Lavoro | Veronica Quispe

 

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