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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2010 alle ore 09:31.
COPIAPÒ - Una notte di paura, non finiva mai. L'annuncio dello stop alla perforazione ha gelato le speranze di tutti. «Ci siamo tenuti per mano fino a mezzanotte, poi stravolti e infreddoliti siamo tornati in tenda». Silvina, sorella di uno de Los 33, riesce a bere una tazza di tè solo a fine mattinata, qui al Campamento Esperanza, quando Miguel Fort, uno dei coordinatori dei soccorsi, annuncia che la perforazione è ripresa.
L'escavatrice, la Strata 950, si è fermata, mercoledì sera, intorno alle 21, ora cilena. C'è stato un cedimento e si è reso necessario il rafforzamento della parete del tunnel con l'utilizzo di cemento. Al di là delle rassicurazioni della macchina governativa che non vuole allarmare né indurre a prefigurare la possibilità di scenari catastrofici, la paura c'è. Gli esperti di geomeccanica ricordano che, nella perforazione, si possono incontrare fasi difficili e i tecnici sanno come superarle.
«Si tratta di falle minori che non presentano complicazioni», ha precisato l'ingegnere che coordina i lavori, André Sougarret. Ma è anche vero che la montagna presenta sempre incognite, nulla è certo. Ieri ha ripreso forza la voce di uno scavo laterale che potrebbe consentire di accorciare i tempi. «Fine ottobre» è la nuova data, di cui si parla.
I minatori, se tutto andrà bene, saranno estratti uno per volta, tramite una navicella rigida, dal pozzo di soccorso di 702 metri di lunghezza e di 66 centimetri di diametro, operazione che richiederà un paio d'ore per ciascuno. Finora la perforazione ha raggiunto quota 30 metri.
Intanto i minatori, bloccati nelle viscere della terra dallo scorso 5 agosto, hanno ricevuto il loro primo pasto caldo, attraverso la sonda che da alcuni giorni permette loro di essere in contatto con l'esterno. Polpette di carne con riso e kiwi per frutta.
Nel piazzale a fianco alla tendopoli si alternano i comunicatori. Uno di loro, in quello che è ormai diventato anche un reality show, ha annunciato alle famiglie che Los 33 hanno già scritto la storia della sopravvivenza sotto terra: il precedente record era di 25 giorni e apparteneva a tre minatori cinesi di una miniera della provincia di Guizhou che per sopravvivere hanno bevuto dell'acqua dalla roccia e mangiato pezzi di carbone.