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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2010 alle ore 15:05.
CARPINETO ROMANO (FR). La Chiesa sollecita la società civile a superare i conflitti sociali attraverso «dialogo e mediazione». Benedetto XVI questa mattina ha celebrato la messa a Carpineto Romano, in occasione del bicentenario della nascita di Leone XIII, il papa della Rerum Novarum, enciclica fondativa della dottrina sociale della Chiesa. Una visita-lampo di due ore (presenti Gianni Letta, Pierferdinando Casini, Rocco Buttiglione e Renata Polverini) in cui Ratzinger ha ricordato come il dialogo e la mediazione sono stati la forza di papa Pecci nell'affrontare le gravi questioni sociali del suo tempo. «Aveva compreso che la questione sociale si poteva affrontare positivamente ed efficacemente con il dialogo e la mediazione».
In ciò incoraggiato da tante iniziative ispirate alla «fantasia della carità di decine e decine di santi e beati», vissuti dalla fine del settecento agli inizi del novecento. «Furono senza dubbio queste iniziative, con i sacrifici e le riflessioni di questi uomini e donne - ha concluso - a preparare il terreno della Rerum Novarum e degli altri documenti di papa Pecci». Un discorso che si aggancia al filone seguito da tempo dal papa sui temi della crisi economica (ma forse il richiamo è anche ai contrasti politici, che in Italia si stanno acuendo). Tanto che il futuro dei giovani, le ingiustizie sociali e la crisi occupazionale sono stati i temi al centro della preghiera dei fedeli alla messa.
«Per il nostro paese che sembra incapace di formare alla vita, specialmente le giovani generazioni», recitava un passaggio. «Per il mondo di oggi, segnato come ai tempi di Leone XIII da nuove e stridenti ingiustizie sociali ed economiche», affermava un altro punto. Si è pregato poi «per la difficile situazione occupazionale che attraversa la Ciociaria, perchè i responsabili della cosa pubblica e delle imprese sappiano trovare soluzioni adeguate sempre nella dignità della persona».
E proprio sul fronte del lavoro Benedetto XVI non sembra aver gradito il lavoro dei media circa il suo messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù 2011, quando è stata riferita la frase in cui affermava (testualmente) che il «posto fisso» viene dopo la fede. Se non la Chiesa, «chi - si è chiesto - oggi propone ai giovani di essere radicati e saldi? Piuttosto si esalta l'incertezza, la mobilità, la volubilità. Tutti aspetti che - ha aggiunto - riflettono una cultura indecisa riguardo ai valori di fondo, ai principi in base ai quali orientare e regolare la propria vita».