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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2010 alle ore 14:51.
Ore di angoscia per il destino di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata a morte per adulterio e omicidio del marito attraverso la lapidazione. Il figlio Sajjad Ghaderzadeh, che teme che l'esecuzione possa avvenire già oggi, domenica, ha inviato un appello al governo, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e a Papa Benedetto XVI chiedendo il loro intervento per fermare l'esecuzione della madre e ha ribadito che solo le pressioni internazionali possono salvarle la vita. Secondo Sajjad sua madre sarebbe stata stata condannata anche a 99 frustate per «indecenza», dopo che il quotidiano britannico Times ha pubblicato una sua foto (poi risultata falsa) senza il velo islamico.
Ma la posizione italiana di fermezza ha fatto irritare la dirigenza iraniana al punto che sempre domenica dall'Iran il giornale ultraconservatore Kayhan, lo stesso che qualche giorno fa sferrò un duro attacco alla première dame Carla Bruni, ha aspramente attaccato il premier Silvio Berlusconi per la posizione assunta dal governo in difesa di Sakineh. «Berlusconi è un uomo moralmente corrotto. Il capo della mafia italiana si è unito ai difensori del crimine» scrive il più importante giornale conservatore della Repubblica islamica, il cui direttore è nominato direttamente dalla Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei. Il quotidiano afferma che «le prove» della «dissolutezza sessuale» di Berlusconi sono contenute nei resoconti della stampa italiana ed europea e aggiunge che «così come Carla Bruni, l'immorale moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy, anche Berlusconi si è voluto unire a questa cricca che difende la criminale Sakineh, accusata di adulterio e omicidio del marito».
Vaticano. In risposta, il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi ha indicato che «quando la Santa Sede è richiesta in modo appropriato perchè intervenga su questioni umanitarie presso autorità di altri paesi, come è avvenuto molte volte in passato, essa usa farlo non in forma pubblica, ma attraverso i propri canali diplomatici».
Frattini. Serve «un gesto di clemenza» da parte di Teheran. È quanto ribadisce all'Ansa il ministro degli Esteri Franco Frattini. «Pieno rispetto della sovranità iraniana e nessuna interferenza, solo un gesto di clemenza per salvare la vita di questa persona», precisa il ministro. Intanto, da fonti del ministero si è appreso che la Farnesina ha già avuto nelle settimane scorse contatti con l'ambasciata iraniana a Roma sulla vicenda di Sakineh Mohammadi Ashtiani. Dalle stesse fonti si apprende che della questione sia stata poi investita l'Unione europea. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, che «segue personalmente e con particolare attenzione la vicenda, ha tra l'altro annunciato la disponibilità ad incontrare il collega iraniano Mottaki a margine della prossima Assemblea generale dell'Onu a New York