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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2010 alle ore 09:42.
«Secondo noi in tv continua a esserci posto per tutti», ha detto in onda Enrico Mentana, riferendosi alla polemica tra Santoro e la Rai. La regola principale di Mentana è che in tv «si va» e non «ci si reca». Così il suo nuovo telegiornale di La7, premiato dagli ascolti e dalla critica, è soprattutto chiaro e semplice nel linguaggio e nelle scelte editoriali. L'esperimento del talk show su internet era andato così così, ma in televisione Mentana è a casa sua: frulla gli ingredienti del vecchio Tg1 e del vecchio Tg5, che nonostante qualche critica erano ottimi prodotti, e fa il botto plasmando un racconto della giornata fatto di più di 15 servizi molto raccontati, e con molte voci ascoltate, uniti tra loro da una conduzione partecipata vivacizzata da brevi sintesi e brevissimi commenti.
L'indice prima della sigla d'apertura aiuta i telespettatori abitudinari e incuriosisce i passanti davanti al teleschermo. La politica la fa da padrona assieme alla cronaca, ma senza pregiudizi, anzi con la voglia di andare a smentire qualche luogo comune, come sulla scuola e i precari o sull'inno cantato o no in classe in terra leghista. Si dà voce alle ragioni dell'opposizione, con interviste, come della maggioranza, legittimando la politica in sé, senza però risparmiarsi nell'incalzare sulla via dell'efficienza o delle riforme. La nota politica più o meno c'è e senza imbarazzi: la formula è quella di un giornale. Anche il telefonino appoggiato sulla scrivania dà il senso della semplicità, in fondo è normale che ci sia lì davanti a noi un Mentana che ci racconta i fatti della giornata.
Bella l'inquadratura di tre quarti che mostra la scrivania a forma di sette, anche qui torna un po' di scuola vecchio Tg Rai, mentre nel conduttore in piedi o che cambia posizione tra un servizio e l'altro torna il vecchio Tg5. Buona l'idea di alleggerire sul finale con qualche domanda o qualche battuta con gli ospiti della trasmissione che segue (e che beneficia del lancio e degli ascolti di Mentana). Al pezzo di cronaca, politica o no, segue spesso il pezzo di approfondimento o analisi, con qualche punta da retroscena. Ne guadagna la completezza ma non si sfiora la noia, visti i tempi brevi e lo scorrimento veloce del tutto. Non importa che il verde delle righe della scenografia non sia modernissimo o che un telegiornale come questo corra il rischio di avere sempre bisogno di un conduttore dalla forte personalità come Mentana, il tg di La7 ha una sua bella identità, tradizionalmente innovatrice.