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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2010 alle ore 08:06.
ROMA - Ancora non si conosce bene la fine, ma è certo che domani sarà proprio il «processo breve» a inauguarare la ripresa dei lavori della camera. La commissione giustizia presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno è l'unica convocata con un ordine del giorno approvato prima della pausa estiva, in cui figura appunto il «processo breve», inserito su richiesta dei berlusconiani.
«È un provvedimento in cui crediamo e quindi andremo avanti», dice Enrico Costa, capogruppo Pdl in commissione, che mercoledì depositerà anche la sua proposta di legge di riforma del processo penale per ampliare la possibilità della difesa di ammettere testimoni a discarico anche se manifestamente superflui e per rendere inutilizzabili, come prova dei fatti in esse accertati, le sentenze irrevocabili. Una proposta ribattezzata «processo lungo» perché allungherebbe i tempi dell'istruttoria dibattimentale, a cominciare dal processo Mills (Berlusconi imputato di corruzione giudiziaria), altrimenti destinata a chiudersi in poche udienze, prima della prescrizione.
I tempi del dibattito sul «processo breve» dipenderanno, però, dalla conferenza dei capigruppo, convocata sempre per domani per decidere il calendario d'Aula di settembre. Se, come sembra, il ddl non sarà calendarizzato, in commissione si andrà a un ritmo più lento, dando molto spazio alle audizioni chieste dall'opposizione e già ingoiate dal Pdl. Che, però, punta i piedi sulla necessità - alla luce del passaggio di 5 deputati Pdl al nuovo gruppo «Futuro e libertà» - di ricalcolare le presenze dei componenti della commissione, rispettando il principio di «proporzionalità» posto dal regolamento, secondo cui i gruppi parlamentari mandano in ogni commissione un numero di deputati e senatori proporzionale alle rispettive forze numeriche.
Attualmente, i deputati del Pdl sono 14, uno in meno di quelli del Pd (15), e questo, per i berlusconiani, «non è possibile»: in occasione di voti delicatissimi (sul calendario come su emendamenti e testi), il Pdl potrebbe infatti finire in minoranza. Di qui la richiesta di portare a 3 il numero dei finiani: Giulia Bongiorno, Angela Napoli e Giuseppe Consolo. Un "riequilibrio" che, secondo il Pdl dovrà riguardare tutte le commissioni e le relative presidenze, anche se, in quest'ultimo caso, il problema verrà affrontato a fine settembre. (D.St.)