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Provaci ancora Kim. La Clijsters cerca il terzo titolo a New York

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2010 alle ore 10:29.

A Kim Clijsters deve proprio piacere il torneo newyorkese. Qui, nel 2005, vinse il primo Major. Ancora qui, trionfò lo scorso anno al rientro nel circuito dopo oltre 24 mesi di inattività. Nel frattempo, aveva avuto una bambina. Così l'inatteso successo ne fece la prima mamma vincitrice di uno Slam dai tempi di Evonne Goolagong. Quella sera, a guardarla con in braccio la bimba dai boccoloni biondi intenta a giocare con una coppa grande quanto lei, in molti pensarono che il firmamento tennistico avesse ritrovato una stella.


I mesi successivi non confermarono tali speranze. Strapazzata a Melbourne da una wrestler con la racchetta come Nadia Petrova, al Roland Garros la Clijsters era stata costretta al ritiro. E a Wimbledon la situazione non era migliorata molto se, vinto il classico derby con la Henin, era stata estromessa- udite udite- da una certa Zvonareva.

Ci volevano, allora, gli amati campi americani per farle ritrovare lo smalto. Neppure un set perso fino ai quarti, in due settimane Kim ha dovuto lottare soltanto con la Stosur, rivelandosi forte fisicamente e mentalmente anche alla distanza.

Tutto pronto, insomma, per la grande sfida con Venus chiamata, in un momento terribile per il tennis a stelle e strisce, a difendere l'onore degli States nel torneo di casa. I precedenti tra le due suggerivano una situazione di assoluta parità, con 6 vittorie per parte. E se Venere (con 7 Slam all'attivo) poteva vantare un palmarès di livello nettamente superiore, le ultime 4 partite erano andate tutte a Kim.

Sul campo, le campionesse non hanno tradito le aspettative dando vita ad una battaglia serrata di oltre due ore e mezza.

Ad aprire le danze, dopo sei game di equilibrio, ci ha pensato subito Venus strappando il servizio all'avversaria. Altri tre giochi e l'americana si portava a casa il primo set per 6/4. La Clijsters, però, non ci stava e, nella frazione successiva, volava sul 3/0. Un vantaggio immediatamente annullato dalla Williams, che andava sul 2/3 e servizio.

Eppure, nel frattempo, qualcosa era cambiato in campo. Venus faceva più fatica a conquistare i punti, i recuperi di Kim diventavano via via più esasperanti. E, allora, costretta a scambi più lunghi, la Williams incominciava a sbagliare. Questo, comunque, non le impediva di recuperare di nuovo l'avversaria, fuggita sul 4/2, e arrivare in parità sul 6/6.

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Tags Correlati: Arthur Ashe | Caroline Wozniacki | Evonne Goolagong | Kim Clijsters | Nadia Petrova | Roland Garros | Sport | Stati Uniti d'America | Torneo di Wimbledon | U.S. Open | US Open | Venus | Vera Zvonareva

 

Ed è proprio qui che Venere ha perso l'incontro. A quel punto doveva assolutamente chiudere la partita. Invece, dopo tanta fatica, ha giocato un tie-break a dir poco disastroso regalando il set alla belga.

La frazione decisiva ha lasciato spazio ancora a qualche brivido, con la rimonta di Venus da 4/2 a 4/4. Ma la rincorsa della padrona di casa è finita lì. Più stanca della rivale e ormai scoraggiata, con il servizio che funzionava a corrente alternata, la Williams si è dovuta arrendere, lasciando che Kim vincesse il 21esimo incontro consecutivo agli Us Open.
A sbarrarle la strada, in finale, la belga troverà Vera Zvonareva che ha battuto, a sorpresa, la numero uno del seeding Caroline Wozniacki. Poco aggressiva e decisamente fallosa, la danese è apparsa l'ombra della giocatrice che aveva fatto credere di poter centrare, a New York, il primo Slam. Fin qui, la ventenne Caroline ( vincitrice, quest'estate, aNew Heaven che a Montreal) aveva ceduto appena 17 giochi in 5 partite. Oggi, invece, si dovuta piegare in due set (6/4, 6/3 il punteggio) all'imprevedibile Zvonareva, mancando le seconda finale consecutiva a Flushing Meadows.

Per quanto riguarda la sfida con la Clijsters,va detto che la russa ha sconfitto la belga nelle ultime due occasioni. Ma non bisogna lasciarsi ingannare. Kim, come sappiamo, nella Grande Mela si trasforma mentre Vera, facile al crollo nervoso, quando la pressione sale tende a sciogliersi. Tutto può accadere, insomma, ma vedere la moscovita intenta a sollevare il trofeo nel bel mezzo dell'Arthur Ashe, sarebbe decisamente una grossa sorpresa…

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