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Per il Milan a Cesena una lezione di umiltà. Ma Berlusconi incolpa gli arbitri «di sinistra»

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2010 alle ore 14:59.

Il nuovo corso del Milan comincia con una figuraccia. Non certo per la sconfitta, quello no, quello capita a tutti. Il problema sta nei proclami e nella provocazioni che nel calcio più che altrove diventano boomerang pronti a coprire di ridicolo chi non mantiene ciò che sbandiera ai quattro venti. Ibrahimovic con la solita spocchia, ha provato a caricarsi con le solite ‘bordate' mediatiche. Chi mi incontra può solo perdere, e via così…e allora passi la sconfitta dei suoi, col Cesena, ma il rigore sbagliato al momento di riaprire il match è una lezione di umiltà che negli stadi di tutta Italia gli verrà ricordata per un bel po'.

Il basso profilo paga senz'altro di più. Rafa Benitez è un uomo di pochi ‘blabla', uno che lavora sodo e che la cresta l'ha alzata solo per ricordare il risultato di Milan-Liverpool perché alla pazienza c'è un limite. Così, l'Inter soffre ma i tre punti con l'Udinese li porta a casa, e rispetto alla prima giornata, al pareggio col Bologna, la squadra mostra già un piglio diverso. Il vero disastro di giornata però è targato Roma. A Cagliari la sentenza è pesantissima: 5-1, un vero disastro, un campanello d'allarme che scuote un ambiente che non può continuare a vivere senza certezze.

Ma torniamo in casa rossonera e diamo al Cesena quel che è del Cesena. La formazione di Ficcadenti, dopo il pari d'esordio con la Roma, si conferma squadra tosta e senza timori reverenziali. Due anni fa in serie C nessuno avrebbe mai immaginato, forse sognato sì, di ritrovarsi in tempi così stretti faccia a faccia con gli dei del pallone. Ibrahimovic, Ronaldinho, quelli delle pubblicità… quelli che ti fanno tremare le gambe. Macchè, sul piedistallo ci salgono Bogdani e Giaccherini, che nel finale di primo tempo, in una manciata di minuti, mandano in tilt la corazzata rossonera.

Crolla ogni certezza. Fuori Ronaldinho, dentro Robinho. Niente da fare, e niente da fare neanche quando Zlatan si presenta con la sua maglia nuova fiammante sul dischetto del rigore e colpisce il palo. Unico appiglio il gol di Pato annullato per un fuorigioco che molto probabilmente non c'era, ma Allegri è troppo furbo per aggrapparsi a un episodio e ai microfoni, nel dopo partita, parla di atteggiamento sbagliato e di mancato sacrificio. Non così il patron rossonero. Berlusconi ha trovato una sua chiave di lettura alla pesante battuta d'arresto e ai gol annullati in fuorigioco. «Il Milan? evidentemente ha incontrato arbitri di sinistra...» . Forse il presidente non ha visto, però, le troppe prime donne, troppo impegnate a guardarsi allo specchio e nessuna voglia di sgualcire l'abito buono.

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Tags Correlati: Cesena | Daniele Conti | De Rossi | Floro Flores | Inter | Italia | Milan | Rafa Benitez | Roma (squadra) | Sport | Udinese

 

L'Inter riprende a vincere ma non è ancora la squadra dell'anno scorso. Benitez deve fare qualche rinuncia senza Maicon e senza Stankovic e con il giovane Biabiany al posto di Pandev da subito. Parte bene l'Inter ma l'Udinese non si fa schiacciare a col passare dei minuti si organizza a centrocampo e comincia a pungere in contropiede. Il primo tempo finisce sull'1-1 con Floro Flores che risponde al gol di Lucio ma l'uomo del match, nella ripresa è Eto'o.

Benitez non nasconde però qualche preoccupazione e con la pacatezza che lo contraddistingue torna a far capire che avrebbe gradito mettere mano personalmente alla rosa a sua disposizione, e rimanda all'appuntamento di gennaio. Chi sta peggio è senz'altro Ranieri. Il Sant'Elia si trasforma in un frullatore per la Roma, suonata come un puglile, senza cenni di reazione, impotente. Daniele Conti dopo 6' porta i suoi in vantaggio e i giallorossi sembrano ancora in grado di rispondere. Lo fanno con un colpo di testa di De Rossi che pareggia momentaneamente ma poi comincia un'altra partita, un incubo per la Roma. Matri su rigore, poi l'espulsione di Burdisso, il gol di Acquafresca, la doppietta di Matri e il colpo di grazia di Lazzari. Tutto da rifare.

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